Non sarà nè una sagra, né una festa ma più semplicemente si chiamerà “Mandorlo in Fiore”, edizione numero 72. La manifestazione  si svolgerà dal 4 al 12 marzo. La decisione del Parco Archeologico Valle dei Templi, con l’obiettivo di contenere i costi. Una decisione che sembra non piacere agli operatori turistici.

“Un grave errore cambiare di punto in bianco le date di svolgimento di una manifestazione così importante qual è la festa del Mandorlo in Fiore; lo è ancor di più cancellare radicalmente la sperimentata formula dei quattro week end”. A sostenerlo è Gaetano Pendolino, amministratore del Distretto Turistico Valle dei Templi. “Il Parco ignora del tutto un programma già condiviso a maggio con gli operatori turistici, le associazioni, gli enti preposti, nella sede del Comune, e reso noto a luglio ai tour operator e sui siti internazionali, allo scopo – sottolinea Pendolino – di proporre sul mercato, dopo decenni di mancata programmazione, finalmente un prodotto vendibile con largo anticipo. E’ un programma che è stato apprezzato e condiviso anche dalla Regione tra le manifestazioni di grande richiamo turistico e giudicato primo in graduatoria tra le proposte di centinaia di eventi culturali e di grande intrattenimento siciliani. E’ irresponsabile cancellare i quattro week end e ridurre la kermesse a otto giorni: notevole il danno per le strutture ricettive, i ristoranti, e tutti gli operatori del settore commerciale e del sistema turistico. Non meno grave è aver deciso di denominare la manifestazione 72° Mandorlo In Fiore, ovvero qualcosa di indefinibile tra 72^ Sagra del Mandorlo in Fiore e 62° Festival Internazionale del Folklore, senza consultare la città che ne ha titolarità, e cancellando la tradizione popolare. Ci spiace che nessuno abbia sentito l’esigenza di convocare la filiera turistica per concordare e condividere eventuali azioni comuni da avviare per il consolidamento e la crescita dell’evento in chiave turistica – prosegue -. Negli anni, seppur con tutti i limiti delle macchine pubbliche, Comune, ex AAST, c’è sempre stato un confronto, a volte anche scontro aspro e duro ma sempre utile, tra l’organizzazione e la filiera turistica e ciò per tentare di migliorare il risultato dal punto di vista dei flussi turistici. Oggi silenzio assoluto, come se l’evento riguardasse solo pochi eletti e ciò potrebbe anche andar bene, se l’investimento fosse di un privato. Così non è, perché le risorse che si investiranno sono pubbliche e sono dell’intera città che continua a salvaguardare e rispettare il Bene Valle, ma da essa continua ad essere ogni giorno allontanata. Dopo lo scippo del 30% dei ticket, adesso la città si vede privata anche della propria voce, perché chi tiene i cordoni della borsa del “regno dei Templi” ignora e non tiene conto delle esigenze di una comunità e di chi qui lavora onestamente e desidera far crescere i propri figli. Si richiama, pertanto, – conclude Pendolino – l’assessorato regionale, la direzione del Parco ma anche la deputazione agrigentina tutta ad un’attenta riflessione sullo stato dell’arte e si chiede un’urgente virata per evitare inutili sprechi di denaro senza una adeguata azione di coinvolgimento e valorizzazione dell’intera filiera turistica, e non solo, che per oltre 70 anni ha comunque sostenuto l’evento più importante della città”.