Un figlio disabile che deve fare a meno della sua mamma e l’ennesima storia di diritti negati. Non avrebbe forse diritto, la madre, a stare vicino al proprio figlio e sostenerlo nel suo difficile percorso di crescita? La risposta è sì, anche se nei fatti avviene diversamente.

Maria Antonella Cosentino ed il marito Franco Curella, sono una coppia di Licata. Lui è un dipendente comunale, lei dal 2010 è insegnante di ruolo all’Istituto comprensivo Don Orione di Milano.
Hanno un figlio di 18 anni che si chiama Angelo, gravemente disabile
, affetto da una malattia genetica mitocondriale rara e degenerativa (malattia di Leigh), che lo costringe dall’età di 4 anni a muoversi su una sedia a rotelle.

Nei giorni scorsi con il marito, Maria Antonella ha affrontato un viaggio di 6 ore da Licata a Palermo e ritorno per incontrare la Dirigente regionale dell’Istruzione Maria Luisa Altomonte, per farle conoscere Angelo e metterla al corrente delle sue condizioni di salute. Per farle comprendere, che Maria Antonella non può continuare a stare a Milano, e dovrebbe esserle assegnata una cattedra più vicina a casa sua, e a suo figlio.

Da tempo le era stata promessa un’assegnazione in provincia di Caltanissetta. Poi la notizia che la stessa Altomonte ci ha provato ma non può far nulla. Non solo non ci sono posti in provincia di Agrigento, ma nemmeno nella vicina Gela. Allora mamma Maria Antonella si è messa al pc e ha scritto a tutti i parlamentari. Mail che non hanno avuto alcuna risposta.

Dal 2010, ogni anno, l’insegnante chiede sia il trasferimento che l’assegnazione provvisoria nella sua provincia di residenza, con esito sempre negativo. Tra qualche giorno Maria Antonella deve partire necessariamente per Milano per entrare in servizio, ha già utilizzato tutti i permessi e le ferie che le spettavano.

Lontano dal suo Angelo e dalla sua terra. E del figlio disabile deve occuparsi il marito da solo. Ma quel lavoro da insegnante, seppur così lontano, è necessario. La famiglia, per le cure del ragazzo, affronta costosissime spese.
La coppia non nasconde la propria disperazione: “Voglio lavorare – dice Maria Antonella – ma quanto meno nella mia regione. Possibile che tra le province di Agrigento e Caltanissetta non ci sia un posto per darmi l’assegnazione provvisoria? Mio figlio e mio marito che lo assiste, hanno bisogno di me. Qualcuno mi aiuti a tornare in Sicilia”.

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