Un macabro rituale che si ripete ormai da qualche giorno. Ogni mattina, ai bordi delle strade, la scoperta di decine di cani randagi avvelenati. In principio fu Sciacca, dove si contano 40 cani morti, ma poi è accaduto anche a Licata ed Agrigento. Le stime sono drammatiche: si tratterebbe di 145 cani avvelenati in appena 48 ore.

Un fenomeno che fa scoppiare nuovamente la polemica sull’emergenza randagismo mai risolta in Sicilia.

La vicenda, oltre alle associazioni ambientaliste, ha allarmato la politica. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciche’, vuole istituire una commissione parlamentare che studi il fenomeno del randagismo, mentre il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, e’ stata denunciata dall’Aidaa, l’Associazione per la difesa degli animali e ambiente, per violazione della legge 281/91 in quanto “primo responsabile per il benessere dei randagi presenti sul territorio comunale e della loro salute ed incolumita’”.

Sulla questione interviene anche Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista e della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa): “Se davvero si vogliono impostare misure immediate e risolutive contro il randagismo dilagante in Sicilia, e’ indispensabile richiamare alle proprie responsabilita’ i soggetti cui le leggi vigenti affidano compiti evidentemente disattesi: i prefetti, i sindaci, le aziende sanitarie (Asp)”.

“L’uso del veleno – afferma l’ex ministro – per risolvere, con un macabro e inaccettabile fai-da-te l’emergenza randagismo, e’ purtroppo cosa di tutti i giorni, in Sicilia e in altre regioni del Paese. Ma le dimensioni del massacro dicono che in alcuni territori si e’ ormai passato ogni limite, sia per quanto riguarda le sofferenze inflitte ad animali, sia per il pericolo di sicurezza e sanitario per le persone, sia per l’immagine di un territorio dove quest’anno tornera’ anche il Giro d’Italia, passando proprio per Sciacca”.

Le minacce e gli insulti rivolti al sindaco di Sciacca Francesca Valenti in relazione morte di alcuni cani randagi nella sua città sono una inaccettabile degenerazione del rapporto fra cittadini e istituzioni”. Lo dice Giuseppe Lupo, presidente del gruppo PD all’Ars.

“Esprimo la mia solidarietà al sindaco Francesca Valenti che sono certo sia la prima ad essere addolorata per quello che è accaduto. È necessario – aggiunge Lupo – che tutti, cittadini e rappresentanti delle istituzioni e dell’amministrazione regionale, diano il loro contributo senza strumentalizzazioni di alcun tipo per far luce su questa vicenda e per impedire che fatti del genere si ripetano in futuro”.

“Questo episodio, che addolora e intristisce, deve rappresentare uno stimolo in più per il governo e l’Ars: i sindaci – conclude Lupo – non possono essere lasciati soli nell’affrontare le mille emergenze quotidiane delle nostre città”.

“Istituire una commissione parlamentare sul randagismo con l’obiettivo di indagare un fenomeno arcinoto sarebbe una perdita di tempo. Occorre agire subito per evitare altre stragi di randagi in Sicilia attraverso maggiori risorse ai Comuni da destinare anche alla realizzazione di rifugi pubblici per i randagi insieme a un maggiore coinvolgimento delle associazioni animaliste di volontariato, private della possibilità di continuare ad occuparsi dei randagi”.

Così il gruppo parlamentare del M5S all’Ars, replica alla proposta del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè di costituire una commissione parlamentare sul fenomeno del randagismo in Sicilia, dopo la strage di cani avvenuta a Sciacca (Ag).

“La legge regionale di contrasto al randagismo è desueta – proseguono i deputati -. Prevede un sistema sanzionatorio per gli enti locali, ma queste risorse finiscono nelle casse della Regione”. Per il M5S occorre prevedere con una legge regionale che “i proventi derivanti dalle sanzioni siano devoluti agli enti locali, solo così si incentivano i Comuni a fare i controlli, e stoppare il business dei canili privati e la tratta degli animali”. “Nella scorsa legislatura la commissione Sanità – ricordano i parlamentari – ha esitato un disegno di legge, proprio su questo tema, al quale il M5S ha dato un contributo fondamentale; ma si è arenato in commissione Bilancio”.

Il M5S ricorda, poi, che neanche un mese fa è stata istituita in seno alla commissione Sanità, una sottocommissione con il compito di indagare anche il fenomeno del randagismo oltre che quello della tubercolosi, brucellosi e leucosi bovina. “Chiediamo – conclude il M5S – di ripartire dal ddl già esitato dalla commissione Sanità. Se la presidenza dell’Ars intende istituire una nuova commissione lo faccia per indagare il business dei canili privati”.

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