A guardarla dalle investigazioni dei carabinieri della compagnia di piazza Dante, l’organizzazione criminale dei Nizza è di quelle che meriterebbe un premio per efficienza nell’avere messo in piedi un modello organizzativo-distributivo da fare invidia alle migliori produzioni in catena di montaggio.

I Nizza, spalle larghe nel mondo criminale etneo per un’affiliazione robusta con la famiglia catanese di Cosa Nostra dei Santapaola, profondi conoscitori del mercato della droga, scelgono bene e non lo fanno casualmente stabilizzandosi nel cuore del quartiere di San Cristoforo in via Stella Polare, una strada su cui già i Carateddi di Iano Lo Giudice avevano non solo messo gli occhi, ma organizzato il loro business.

Trasformano così il quadrilatero tra via Stella Polare, via Vivaio e via Villa Scabrosa, il fortino dei Nizza in un vero e proprio drive through. Siamo tra il 1999 e il 2000. Con ramificazioni nei quartieri di San Cristoforo e Librino, i Nizza sostituiscono i vertici della famiglia finiti in manette e assegnano via Stella Polare prima ad Andrea Nizza, divenuto prestissimo superlatitante e poi a Salvatore Nizza detto Mpapocchio.

E’ lui che comanda in quella zona e da buon padre di famiglia, preoccupato di un eventuale arresto, tiene lontano dallo spaccio in strada il figlio Dario che in quel quartiere comunque resta un capetto. Quasi perfetta l’organizzazione messa in piedi.

Primo punto è la ripartizione temporale dello spaccio: s’inizia verso le 11, ma a rilento sino alle 14 quando scocca il primo turno quello pomeridiano che si conclude tra le 21 e le 21 e 30. Poi è la volta di quello serale, dalle 21 alle 4 del mattino.

Nulla però è lasciato al caso. Ogni turno, ogni giorno della settimana compresa la domenica, monta un capoturno che ha il compito di raccogliere i proventi e sovrintendere tutte le operazioni che riguardano la compravendita della droga, organizzare pusher, vedette e lanciatore: la mattina scende in campo anche se per poche ore Giuseppe Napoli, poi è la volta di Francesco Conte (cacaplaya) e di Giuseppe Vinciguerra (farfalla) per il pomeridiano e di Girolamo Marsiglione per la notte.

Sono loro che tengono in moto la macchina organizzativa curandone e relazionando ogni particolare ai responsabili, a padre e figlio Nizza e a Giovanni Magrì. Sotto il capoturno opera il ‘lanciatore’ una figura nuova, ma che in via Stella Polare opererà pochi mesi sino a quando Marco Verona, quello che viene indicato come lo specialista in questo settore, non viene arrestato.

E poi ci sono i pusher che al volo raccolgono il lancio di ovuli di cocaina e stecche di marijuana da consegnare agli acquirenti. Infine le vedette che con i loro scooter sorvegliano il quartiere imponendo percorsi obbligati lungo i cosiddetti punti di filtraggio a chi acquista la droga, e sbirciando ogni tanto pure i movimenti dei carabinieri di piazza Dante effettuando giri attorno alla loro caserma.

Il drive through della droga con un’efficienza del genere fruttava dieci mila euro al giorno, cifra che si quadruplicava durante il fine settimana. Milioni di euro in un anno e via Stella Polare posizionata come la migliore piazza di spaccio di Catania.

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