Era stato il primo a puntare il dito contro i suoi stessi impiegati “chi sbaglia paga” aveva detto il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo dopo il blitz della finanza che ha scoperto i ‘furbetti’ del cartellino che timbravano i badge al posto dei colleghi assenti. Era stato lo stesso primo cittadino a sottolineare che “di tutta l’erba, però, non bisognava fare un fascio”.

A distanza di quasi 10 giorni dall’operazione con cui sono indagate 62 persone, 3 sono finite ai domiciliari, 12 hanno l’obbligo di firma e altre 47 sono state denunciate, Barbagallo, ospite alla trasmissione televisiva ‘L’Arena’, condotta su Rai1 da Massimo Giletti, difende i dipendenti estranei ai fatti.

“Io devo difendere la mia città – dice il sindaco di Acireale – devo difendere i cittadini e difendere i dipendenti che lavorano”.

A puntare il dito contro le dichiarazioni di Barbagallo, è il deputato nazionale acese e segretario regionale del Pd, Fausto Raciti. 

“Grottesco, surreale: anziché assumersi le proprie responsabilità, il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo va in giro per salotti televisivi a dipingersi come un eroe. E pensare che l’indagine della Procura ci dice che un dipendente comunale su dieci era assenteista, mentre l’amministrazione comunale non si accorgeva di nulla. Com’è possibile? Un dato è certo: la Magistratura, purtroppo, è arrivata prima dell’amministrazione. Per fortuna sono stati i cittadini acesi a denunciare. Non so con quale coraggio, oggi, il sindaco ed i suoi sodali vogliano farci credere di aver messo in moto una rivoluzione burocratica che non esiste”.

“Il sindaco – prosegue Raciti – la smetta una buona volta di vendere fumo e agisca: la stessa Procura della Repubblica di Catania, nelle dichiarazioni rese alla stampa, si è chiesta come mai i i livelli dirigenziali del Comune non si siano accorti di un simile livello di assenteismo negli uffici”.

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