Tre aggressioni nei turni pomeridiani e serali. E’ il bilancio di una ‘normale giornata di lavoro’ all’ospedale Vittorio Emanuele di Catania. Un medico ha esposto denuncia e un ausiliario è in infortunio.

Le organizzazioni sindacali Anaao-Assomed e Fsi lanciano il grido d’allarme, denunciando il grave pericolo al quale  sono esposti i pazienti che accedono in questa area dell’ospedale a causa dell’assoluta mancanza di sicurezza dell’ambiente lavorativo in cui sono costretti ad operare i sanitari del pronto soccorso dell’azienda ospedaliera universitaria “Policlinico – Vittorio Emanuele”, oggetto giornalmente di intimidazioni, aggressioni fisiche e verbali.

“Il personale del pronto soccorso di fatto presta assistenza in ‘assetto da guerra’: impossibile poter garantire cure adeguate e codici di priorità di accesso al triage sotto continue minacce, costretti con violenza  a interrompere il pubblico servizio- dichiarano Elisabetta Lombardo e Calogero Coniglio – Un sistema sanitario ormai inefficiente, disorganizzato e paralizzato dalla malapolitica, a fronte di pazienti e cittadini esasperati dalle lunghe attese per l’agognato ‘posto letto’, l’assenza di riposte adeguate da parte dei servizi sanitari territoriali, e di reparti che chiudono battente per le carenze di organico. Una miscela esplosiva di carenze e disfunzioni in cui il personale, ormai allo stremo, è lasciato solo come “parafulmine”.

“I pronto soccorso – spiegano i due dirigenti sindacali – sono sempre di più territorio di nessuno, sovraffollati e senza controlli, diventano un rischio sia per il personale sanitario sia per i pazienti. Questi ultimi, infatti hanno tempi di attesa lunghissimi, oppure stazionano per ore o giorni su barelle inadatte, spesso vengono visitati in sale sovraffollate o nei corridoi, senza la minima possibilità di privacy. Familiari e pazienti inveiscono con infermieri e medici, non solo protestando  ma anche con violente fisiche, fino all’aggressione. Il personale è sempre più a rischio per una situazione di cui sono le prime vittime”.

I lavoratori  chiedono che venga ridata la giusta dignità sia a chi opera all’interno dell’ospedale,  sia ai cittadini che vi accedono e  si impegnano ad intraprendere tutte le iniziative, anche legali, volte alla tutela della salute pubblica e dei lavoratori.

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