E’ stata inaugurata a Catania una nuova edizione della mostra “Balle di Scienza, Storie di errori prima e dopo Galileo”, dopo il grande successo a Pisa nel 2014.

Alla cerimonia d’inaugurazione della mostra, curata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e promossa dall’Università degli Studi di Catania, con il patrocinio del Comune di Catania, il presidente dell’INFN Fernando Ferroni, il rettore dell’Università di Catania Giacomo Pignataro e il vicesindaco di Catania Marco Consoli. Allestita alla Città della Scienza dell’Università di Catania, la mostra sarà visitabile dal 25 febbraio al 29 maggio 2016.

Balle di Scienza racconta gli abbagli, le bufale e gli errori, fatti dall’uomo nel suo percorso di conoscenza del mondo intorno a sé: a partire dagli antichi e fino ai giorni nostri. Il metodo di Galileo, infatti, ha insegnato agli scienziati a guardare con più attenzione e intelligenza i fenomeni naturali, ma non può certo metterli al riparo dal commettere errori.

Ancora oggi, nella nostra era ipertecnologica e di comunicazione globale, ci capita – e spesso – di prendere sorprendenti cantonate. E il messaggio finale è davvero inedito per il grande pubblico: ipotesi sbagliate, cantonate e errori sono addirittura un ingrediente necessario affinché la scienza possa progredire.

“Sbagliando s’impara e chi non fa non sbaglia sono affermazioni di buon senso che definiscono molto bene il procedere della Scienza – sottolinea Fernando Ferroni, presidente dell’INFN -. La forza del metodo scientifico, la sua essenza è nella capacità di correggere i propri errori. Ce lo ha insegnato Galileo 400 anni fa. E questo – conclude Ferroni – ci permette di non perdere meraviglia e curiosità di fronte al mondo”.

L’edizione catanese, inoltre, è stata rinnovata e arricchita di riferimenti e balle della scienza siciliana e di un approfondimento sulla figura di Archimede, come precursore e ispiratore del metodo di Galileo, che lo definì divino maestro.

“La mostra Balle di Scienza – osserva il rettore Giacomo Pignataro – è un evento di respiro nazionale che ci consente di aprire, per la prima volta, al grande pubblico la struttura della Città della Scienza, in vista del suo definitivo utilizzo. Stiamo investendo molto in questa iniziativa dalla forte proiezione sociale: crediamo, infatti, che proprio partendo dai più giovani si possano superare quelle diffidenze nei confronti della cultura scientifica, purtroppo ancora presenti nella nostra società”.

“Come scrive il filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein nelle sue Note sul “Ramo d’oro” di Frazer – aggiunge il vicesindaco Marco Consoli -, per conoscere la verità prima bisogna trovare la sorgente dell’errore. Attraverso questa frase si può capire il senso e l’importanza di questa mostra che fuga gli errori del passato e riporta la scienza nel suo corretto percorso. Un momento reso ancora più importante dalla splendida cornice della Città della Scienza dell’Università di Catania. Essa, come l’Università che l’ha pensata, progettata e realizzata, come il dipartimento di Fisica, come l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, rappresenta uno dei grandi valori della nostra città che si indirizza verso il patrimonio più importante che possediamo: inostri giovani con la loro intelligenza, il loro talento, il loro estro. Un patrimonio che, nonostante il periodo che attraversiamo non sia dei migliori, ci consente di guardare con un pizzico di ottimismo al futuro a patto che, facendo nostro l’assioma di Wittgenstein, riusciamo a rimuovere l’errore. Questa mostra ci porta senza dubbio nella direzione giusta”.

Il percorso di Balle di Scienza è ricco di scenografie multimediali e ambienti immersivi, dove il pubblico scoprirà gli errori antichi e quelli dei giorni nostri e rivivrà le scoperte per caso di scienziati moderni.

Il racconto trova forza in un originale sforzo di allestimento e produzione multimediale, a cui hanno partecipato lo studio Glas Architettura, cameraAnebbia, Ibimel srl, Enrico Agapito e Bunker. La comunicazione e la grafica della mostra si sono avvalse di illustrazioni originali di Olimpia Zagnoli.

Il percorso

Balle di Scienza è un percorso alla scoperta degli errori, delle false credenze e delle scoperte “per caso” che hanno contribuito, nel corso dei secoli, al progresso del pensiero scientifico. Come la storia del flogisto e dell’etere, misteriosi elementi rivelatisi poi inesistenti. O il racconto delle fortunate casualità che portarono Fleming a isolare la penicillina, e Becquerel a scoprire la radioattività.

Il percorso espositivo si articola attraverso numerosi exhibit e installazioni scenografiche. Come, un gioco interattivo in cui il visitatore potrà scegliere il pianeta da cui guardare il sistema solare, il Muro delle balle antiche, videoinstallazione artistica che racconta la scienza dell’osservazione del cielo dalle antiche civiltà al medioevo, e il Dono della massa, installazione interattiva sul bosone di Higgs.

Un altro contenuto, presentato per la prima volta nell’allestimento di Catania, è quello che racconta l’incredibile storia della ricerca delle onde gravitazionali, che cominciò con un esperimento sbagliato: quello di Joseph Weber alla fine degli anni ’60 negli Stati Uniti, che annunciò la scoperta delle onde.

Si trattava evidentemente di un grosso abbaglio che diede impulso però alla caccia alle onde gravitazionali, conclusasi pochi giorni fa con l’annuncio della scoperta da parte delle collaborazioni scientifiche LIGO e VIRGO. In mostra una installazione interattiva permetterà ai visitatori di produrre con i propri movimenti onde gravitazionali virtuali e di osservare un modellino in scala dell’esperimento VIRGO, a Cascina.

Articoli correlati