E’ il 49enne Luigi Cassaro l’uomo arrestato dai carabinieri perché ritenuto l’assassino di Francesco Calcagno, il bracciante agricolo di 58 anni ucciso il 23 agosto scorso in un fondo agricolo.

Per identificarlo la Procura di Caltagirone aveva autorizzato la diffusione del video in cui si vede l’uomo armato di pistola inseguire la vittima e dopo averla ferita mortalmente lasciare il posto con passo veloce, mentre il cane di casa si scansa per farlo passare.

Una scelta, evidentemente, efficace se è vero sono state numerose le segnalazioni arrivate ai numeri messi a disposizione dall’Arma, segnalazioni oggetto di verifica e approfondimento. Ed è stata proprio una segnalazione a segnare una svolta nelle indagini per dare un nome all’assassino. L’indicazione di una persona residente nella provincia di Agrigento, dopo le prime immediate verifiche, ha corrisposto in maniera significativa alle caratteristiche fisiche dell’uomo del video.

A questo punto sono cominciati i servizi di osservazione e gli approfondimenti sulla personalità dell’indiziato. Un’ attività, quella dei carabinieri, che si è conclusa con il fermo di Luigi Cassaro, dopo la conferma oggettiva pervenuta dalle analisi tecnico-scientifiche del RIS di Messina, con la comparazione del DNA prelevato al soggetto e quello rinvenuto sulla scena del crimine.

Cassaro è stato rintracciato nella sua abitazione di Licata, in provincia di Agrigento, e al momento dell’irruzione non ha opposto alcuna resistenza: si è chiuso nel silenzio, ma secondo il resoconto dei carabinieri, avrebbe tradito qualche attimo di nervosismo  quando ha capito che i militari erano quelli di Catania e Palagonia.

Luigi Cassaro, dunque, è accusato dell’omicidio di Francesco Calcagno, che, a sua volta, nell’ottobre del 2016 secondo l’accusa per legittima difesa, uccise in un bar Marco Leonardo, un consigliere comunale eletto in una lista civica, anche lui armato. Anche in quel caso i carabinieri ricostruirono la dinamica della sparatoria grazie a un video. Calcagno, dopo aver scontato un periodo di detenzione in carcere ed un altro di detenzione domiciliare in una località del nord Italia, dall’aprile di quest’anno era tornato in libertà, rientrando a Palagonia, in attesa del giudizio, che si sarebbe dovuto svolgere a breve.

Il fermo è stato eseguito da carabinieri del reparto operativo di Catania e delle compagnie di Palagonia e Riesi.

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