L’intervento del ministero dei beni culturali e dei carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale, ha bloccato l’asta, indetta a Parigi da Christie’s, per alcuni scritti autografi di Giovanni Verga.

Ma non solo: la magitratura, infatti, ha aperto un’inchiesta in quanto la vicenda presenta numerosi aspetti ancora avvolti nel dubbio. Secondo alcune ricostruzioni, ancora da confermare, le carte messe all’asta potrebbero far parte di una serie di documenti che, nel 1928, il ministro Giuseppe Bottai consegnà ad una famiglia Romana, i Perroni, per effettuare una valutazione. Sembra che i Perroni trattennero le carte: ne scaturì una lunghissima diatriba, terminata nel 1978 con la riconsegna dei documenti alla regione siciliane.

Fin qui tutto normale o quasi, se è vero che non tutti i documenti tornarono in Sicilia e che alcuni, in diverse tranche, siano stati messi sul mercato. Già nel 2013, peraltro, alcune carte messe all’asta dal Christie’s vennero sequestrate dalla magistrature e affidate all’università di Pavia.

I lotti attuali, di cui fa parte anche la ‘riduzione’ cinematografica della ‘Cavalleria rusticana’, farebbero parte dei documenti che il nipote di Verga, Giovannino, avrebbe diviso e ceduto. Anche in questo caso, però, la vendita sarebbe irregolare, si spiega così l’intervento del ministero.