Mercoledì 1° marzo, alle ore 17 nel Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, sede del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, si terrà un incontro aperto al pubblico con l’attore e regista russo Gennadi Nikolaevic Bogdanov che, in collaborazione con l’attore Claudio Massimo Paternò, illustrerà i principi fondamentali della Biomeccanica Teatrale di Mejerchol’d.

Bogdanov sarà a Catania per tenere un workshop con i 20 partecipanti al Laboratorio teatrale gratuito nell’ambito del progetto Art to be actor -The experience of Giovanni Grasso, diretto da Marcello Cappelli e Lucia Sardo, che intende valorizzare la figura di Giovanni Grasso, attore catanese che influenzò i grandi del teatro del Novecento.

Bogdanov, attore, regista, pedagogo, unico erede diretto della Biomeccanica Teatrale di Mejerchol’d, con il suo lavoro ha fatto conoscere la pedagogia mejerchol’diana al mondo dopo più di 50 anni di oblio. Collaboratore di Eugenio Barba è stato ospite speciale all’ISTA, al Grotowski center di Pontedera al Grotowski Institute di Wroklaw e nelle scuole e università teatrali di tutto il mondo. È direttore pedagogico del centro internazionale studi di biomeccanica Teatrale di Perugia.
Quello con Bogdanov sarà il primo di tre stage – costruiti in base alle caratteristiche dell’arte di Giovanni Grasso – in calendario nel Laboratorio che si concluderà con la messa in scena di uno spettacolo sulla vita artistica di Giovanni Grasso, il prossimo luglio nel cortile Platamone di Catania.

Questi gli altri stage in calendario: dal 4 al 10 aprile “La recitazione dei pupi siciliani”, condotto da Fiorenzo Napoli (compagnia Fratelli Napoli); dal 2 al 10 maggio “La commedia dell’arte”, condotto da Ferruccio Merisi e Claudia Contin (Scuola Sperimentale dell’Attore di Pordenone).

Il progetto Art to be actor – The experience of Giovanni Grasso – realizzato con il sostegno dell’Unione europea attraverso il Programma Erasmus+ EAC/A/14/15 – da un lato si propone di ricostruire il percorso dell’attore catanese seguendo le tappe fondamentali della sua carriera, dall’altro rappresenta un momento di ricerca e di riflessione teorica sulle pratiche teatrali e l’arte di Grasso. «Artisti che sono alla base della mia formazione e del teatro contemporaneo sono stati sconcertati dalla sua arte – spiega Marcello Cappelli, direttore artistico del progetto insieme con Lucia Sardo -. Stanislavskij lo invita a lavorare con i suoi attori, Mejerchol’d vede applicate nella recitazione di Grasso molte delle leggi della biomeccanica, Lee Strasberg lo prende come riferimento per fondare l’Actor Studio, Antoine e Copeau ne parlano in diversi articoli. Grasso fa tournée in tutta Europa, riempie i teatri delle maggiori capitale europee, del Sud America e di New York, viene ricevuto da regnanti e ricoperto di riconoscimenti. Con questo progetto intendiamo ripercorrere le sue tracce per dargli la collocazione che gli spetta nel panorama teatrale del novecento, per riscoprire la sua energia e farne tesoro».