Il Giudice di Pace di Caltagirone, Susanna Lodato ha condannato la Compagnia aerea Iberia che avrebbe ‘bloccato’ nell’aeroporto di Buenos Aires una donna paraguayana residente in Italia sposata con un italiano – la famiglia abita a Grammichele – che, dopo un viaggio con la famiglia in Argentina si è vista costretta ad acquistare un biglietto aereo di ritorno in Argentina perché, essendo in possesso di passaporto extracomunitario, non sarebbe potuta entrare in Europa se non avesse avuto anche un biglietto di ritorno in Sud America.

Lo rende noto la Confconsumatori, alla quale la famiglie si è rivolta. Il Giudice di Pace ha ritenuto “del tutto arbitrario” il comportamento della compagnia aerea, che avrebbe anche violato il Regolamento Comunitario, condannandola al rimborso integrale del biglietto che la donna si è vista costretta ad acquistare e al pagamento per tutta la famiglia della compensazione pecuniaria prevista in caso di ritardo e del risarcimento dei danni non patrimoniali e esistenziali.

La donna, insieme con il marito, aveva acquistato i biglietti per un viaggio andata e ritorno Roma – Buenos Aires via Madrid e i biglietti Catania-Roma per prendere il volo internazionale. La compagnia aerea, senza informare gli interessati, cancellò anche il volo previsto da Madrid a Roma, sostituendolo con un altro, che partì oltre due ore dopo, causando la perdita della coincidenza per Catania.

I viaggiatori furono costretti a trascorrere l’intera notte nell’aeroporto di Roma senza nessuna assistenza, né informazione e al mattino successivo presero il treno per Catania non avendo più disponibilità economica per acquistare altri biglietti aerei.

“Ancora una vittoria in materia di trasporto, e di trasporto aereo in particolare, – hanno dichiarato il presidente di Confconsumatori Sicilia, l’avv. Carmelo Calì, e Maurizio Mariani che ha assistito giudiziariamente i viaggiatori – dove l’agguerrita concorrenza commerciale tra compagnie induce quest’ultime a comportamenti che, oltre a non tener conto delle chiare regole scritte come la Convenzione di Montreal e i Regolamenti Comunitari, calpestano i diritti propri degli utenti”.