Una ventina le segnalazioni, e dunque ipotetici casi ancora da verificare, di blue whale su cui sta indagando la Polizia Postale nel catanese.

Il dato, allarmante, è stato reso noto nella Questura di Catania durante una conferenza stampa in cui sono state presentati alcuni consigli, rivolti ad insegnanti, genitori ed agli stessi ragazzi, per la prevenzione del fenomeno.

Consigli elaborati – per la prima volta in Italia – da una collaborazione tra Polizia di Stato, Procura per i minorenni di Catania, Asp e Provveditorato agli studi. Durante l’incontro, al quale hanno preso parte il questore Giuseppe Gualtieri, il dirigente del compartimento della Polizia Postale Sicilia orientale,

Da Marcello La Bella, il procuratore aggiunto Marisa Scavo, e il procuratore presso il Tribunale per i minorenni Agata Aiello, è stato sottolineato che “Blue Whale non è un gioco ma un fenomeno inquietante, un campanello d’allarme del grande disagio e del senso di solitudine dei minorenni”.

Investigatori, educatori, medici e magistrati danno molta importanza alla scuola, e per questo consigliano agli insegnanti, tra l’altro, di “programmare un dibattito o un seminario sul caso Blue Whale e sulla sicurezza di Internet, cercando un confronto costruttivo, osservare se l’alunno ha avuto un cambiamento repentino nel rendimento e nella socializzazione, nel tono dell’umore e osservare anche se qualcuno presenta tagli sulle braccia. Tra i consigli ai genitori quelli di “monitorare il comportamento dei propri figli, aumentare il dialogo sui temi della sicurezza in rete.

Alcuni consigli sono rivolti ai ragazzi: “Anche se ti sei lasciato convincere a compiere alcuni passi della pratica Bluen Whale – si legge nelle linee guida – non sei obbligato a proseguire, se conosci un coetaneo che dice di essere una balena Blu-blue whale parlane con un adulto”.

br

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