Ci sono le intercettazioni tra alcuni indagati, 17 in tutto, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catania, Giuliana Sammartino che ha disposto l’arresto del presidente di Wind Jet, Nino Pulvirenti e dell’amministratore delegato Stefano Rantuccio.

Dalle carte, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, le indagini sono state fate dalle Fiamme gialle etnee, emerge, ad esempio, la sopravvalutazione di tutte le rimanenze del magazzino della Wind Jet, praticamente uno dei perni su cui si fonda l’impianto accusatorio dei pm Alessandro Sorrentino, Alessandra Tasciotti e Alessia Natale.

Dalle carte emergerebbe anche il ruolo strategico nella gestione della società da parte di consulenti, tecnici ed esperti anche stranieri tutti finiti nel registro degli indagati. Per questa ragione il gip ha disposto il divieto temporaneo di esercitare attività professionali e imprenditoriali nei confronti di Angelo Agatino Vitaliti, componente cda Wind Jet, Vincenzo Patti e Paola Santagati, rispettivamente presidente del collegio sindacale e commercialista della società Wind Jet.

La difesa di Nino Pulvirenti, Stefano Rantuccio e Angelo Vitaliti (assistiti dagli avvocati Giovanni Grasso e Fanio Lattanzi) finiti nei guai per il crack della low cost catanese, che ha spulciato le carte dell’inchiesta dei pm catanesi e dà la propria versione dei fatti. “È da escludere nel modo più assoluto che vi siano state condotte distrattive degli amministratori in danno della società Wind Jet”.

Gli avvocati ricordano che il concordato preventivo di Wind Jet si è potuto realizzare solo grazie all’apporto economico determinante di Finaria spa e di Antonino Pulvirenti.

Intanto le associazioni di consumatori che dopo lo stop ai voli del 2012 hanno iniziato la battaglia legale per i rimborsi ai passeggeri hanno già preannunciato che si costituiranno parte civile.

 

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