La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio, perché il fatto non sussiste, la sentenza con cui la Corte d’appello di Catania, confermando di primo grado, aveva dichiarato non doversi procedere nei confronti di Stefano Ridolfo perché l’abuso d’ufficio contestato a lui nella qualità di Presidente pro tempore di Sac Spa e ad altri componenti il Cda era estinto per intervenuta prescrizione.

I fatti contestati erano relativi all’affidamento a Pubbliservizi Spa, nel maggio 2007, dell’appalto per tre mesi della stazione aeroportuale di Catania.

Contro la prescrizione aveva presentato il ricorso l’avvocato Giovanni Grasso, difensore dell’ex presidente Ridolfo, che esprime “grande soddisfazione per il provvedimento con cui la Suprema Corte ha accolto l’impostazione sostenuta dalla difesa fin dall’inizio del procedimento”.

Il presidente ed i componenti del Consiglio di amministrazione – spiega il penalista – non rivestono la qualifica di incaricato di pubblico servizio necessaria ai fini della configurabilità del delitto di abuso d’ufficio perché l’appalto in questione non rientra nell’ambito della concessione di gestione dell’aeroporto e quindi è sottratto alla disciplina pubblicistica del Codice dei Contratti pubblici.
La Corte di Cassazione ha di conseguenza annullato senza rinvio la sentenza emessa dalla Seconda Sezione della Corte
d’Appello di Catania perché il reato ipotizzato non sussiste”.

La stessa sentenza la Corte di Cassazione ha emesso nei confronti di Paladino Altana, ex componente del Cda della Sac, assistito dall’avvocato Isabella Altana, che aveva presentato ricorso chiedendo alla Suprema corte di entrare nel merito, senza avvalersi della prescrizione.