“Chi muore per affermare un valore non muore mai”. Così il prefetto Franco Gabrielli, capo della polizia, ha ricordato in municipio a Catania l’ispettore di polizia Filippo Raciti morto dieci anni fa nello stadio Cibali durante gli scontri tra le tifoserie di Catania e Palermo.

Assieme al sindaco Enzo Bianco e alla vedova del poliziotto Marisa Grasso, Gabrielli che il due febbraio, giorno dell’anniversario era impegnato in affari istituzionali, ha rammentato il poliziotto caduto nell’esercizio delle sue funzioni sottolineando il suo orgoglio nell’essere stato affiancato alla figura di Filippo raciti e a quella del magistrato Giovanni Falcone. Gabrielli ha anche condannato la violenza nei luoghi sportivi, purtroppo ancora attuali dopo anni di anni di contrasto.

Gabrielli ha anche detto: “Abbinare violenza e sport credo che sia una delle cose più aberranti che ci possano essere. Tutto questo serve non solo per ricordare chi non c’è più ma anche per continuare nel nome di chi non c’è più ad intraprendere quel percorso che l’esempio di queste persone ci ha indicato”. “Sicuramente – ha aggiunto Gabrielli –  sono cambiati modalità con le quali noi svolgiamo i servizi e sono cambiati alcuni strumenti normativi. Purtroppo c’è ancora da fare un significativo tratto di strada sotto il profilo culturale perché credo che queste vicende abbiano sempre e comunque un profilo culturale: se non cambia la testa delle persone… Gli strumenti servono, le tecniche servono, ma il percorso rimane ancora molto, troppo, significativamente lungo”.

BR-FAR

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