Sullo sfondo c’è la guerra fredda fra l’ancien regime di Forza Italia e il nuovo corso (immaginato da Berlusconi) che ha il volto di Stefano Parisi, un caso che va avanti da mesi e che sbarca con irruenza anche in Sicilia dove è giunto l’uomo nuovo protagonista della ‘quasi’ remuntada delle amministrative di Milano.

Che l’imprenditore milanese non faccia impazzire alcuni colonnelli di Fi non è un mistero, ma nell’Isola è comunque scattata la corsa per accaparrarsi il bollino di Megawatt, cioè quella Leopolda su sponde opposte che dovrebbe rianimare il centrodestra targato Berlusconi.

Sebbene il brand del nuovo corso sia ancora tutto da costruire, specie al Sud, Stefano Parisi dal palco del Megawatt di Milano e poi su facebook ha annunciato che il modello sarebbe stato esportato nel resto del Paese. Così la prima data del ‘Megawatt energie per l’Italia in tour’ è in programma proprio in Sicilia, non a Palermo, bensì ad Enna, domani alla Sala Cerere, dove i ‘parisiani’ doc (e quelli in attesa di bollino) si sono dati appuntamento.

Parisi, nell’Isola, può contare soprattutto su Massimo Giaconia, siciliano trapianto a Milano ed esperto di economia di altissimo profilo che si occupa del fundraising per conto dell’ex candidato sindaco meneghino e che già da alcune settimane sta cucendo rapporti e aprendo nuove strade.

Ma Giaconia, ancor prima che arrivasse l’imprimatur di Berlusconi per far prendere forma al progetto nazionale di Parisi, è divenuto assessore comunale a Caltagirone.

La città, come si ricorderà, è stata espugnata recentemente dal centrodestra con una coalizione a tinte civiche guidata da Gino Ioppolo che di Giaconia è stato compagno di banco dalla prima elementare fino alla terza liceo quando poi questi fece fagotto per andare a studiare alla Bocconi. L’ex deputato regionale lo avrebbe voluto in giunta per sistemare i conti della città della ceramica.

“Siamo in una situazione di dissesto – dice Giaconia a BlogSicilia – ma presto usciremo e dopo cinque anni approveremo un bilancio in riequilibrio. Questo ha dato lo spunto a Stefano Parisi per fare la diagnostica dei problemi che ci sono in Sicilia e Caltagirone diventa così un modello di sana amministrazione dove ciò che avevamo promesso in campagna elettorale è stato realizzato in tre mesi”.

Politicamente, però, quello messo su Caltagirone è stato un rassemblement che avrebbe ricordato a Parisi quanto messo in campo da lui a Milano nelle elezioni vinte poi da Beppe Sala, così Giaconia starebbe lavorando su scala regionale in questo senso per costruire il progetto politico parisiano.

Domani ad Enna interverranno docenti universitari, urbanisti ed in platea dovrebbero sfilare soprattutto pezzi della società civile, dei movimenti, ma anche molti amministratori perché secondo Giaconia la nuova questione meridionale è quella dei comuni in dissesto.

“In Italia sono 85 – dice l’assessore – : 17 sono in Sicilia, 26 in Calabria, 24 in Campania. Sopra il Lazio ce ne sono solo quattro: due in Piemonte, uno nelle Marche e uno in Toscana. Il problema è come trovare una gestione sana ed equilibrata dell’ente locale. Io sono per un federalismo, perché solo localmente e territorialmente si può gestire meglio il Paese. L’attuale governo, invece, pensa che sia esattamente l’opposto. Siccome le autonomie locali hanno per certi versi fallito si vuole ricentralizzare ed è sbagliatissimo. Qui c’è un problema culturale, ma vedrete che Caltagirone, la città di Sturzo, darà l’esempio su come si cambia”.

Si sussurra che ci sarà anche l’ex assessore regionale all’Agricoltura, Paolo Ezechia Reale, avvistato alcuni giorni fa ad una manifestazione a sostegno del No al referendum organizzata dal comitato a Siracusa. Così come è probabile che possano presenziare pure esponenti provenienti da Forza Italia o che hanno militato nel partito di Berlusconi.

Giaconia chiarisce che oggi non sarà a Palermo perché impegnato a Caltagirone, ma sgombra il campo da ogni equivoco: “A Palermo Stefano Parisi è stato invitato da Forza Italia, ma la sua manifestazione di Megawatt energie per l’Italia è quella di Enna che per la Sicilia rappresenta una delle realtà centrali da un punto di vista logistico ma è anche, purtroppo, una delle aree più povere del Paese: questo ha un significato specifico”.

Proprio sulle frizioni a livello nazionale con parte dell’establishment di Forza Italia, il pensiero di Massimo Giaconia riflette quello di Parisi: “Non è un problema di chi deve governare, né di strutture di partito. Oggi queste sono molto fluide, lo insegnano i Cinque stelle con i sondaggi in rete, e quando una persona si presenta alla gente, il consenso che è in grado di generare lo si vede dalle piazze e dalla partecipazione. Come dice Parisi non è un problema di leadership, prima bisogna parlare di contenuti, di programmi e poi si troveranno le persone in grado di svilupparli”.

Durante il tour Parisi conta di definire un programma che, secondo Giaconia, “alla fine sarà molto diverso da quello che propone attualmente il centrosinistra”, ma nella terra di un oramai ingiallito 61 a 0 è caccia soprattutto a chi non vota più ed i parisiani, dopo la quasi remuntada di Milano sono certi di fornire “nuove modalità per cercare il consenso”.