Un forte odore di plastica bruciata. Il centro storico di Catania si è risvegliato così stamani dopo l’incendio che bruciato il campo rom di Zia Lisa, un rogo spento dopo molte ore di lavoro da parte dei vigili del fuoco che ieri hanno vissuto una giornata particolarmente intensa.

Tanti i roghi ed i focolai divampati soprattutto nella zona sud, alcuni dei quali sono stati spenti grazie all’intervento dei canadair.

Numerose, oggi, le telefonate dei cittadini del centro di Catania ai centrali dei vigili del fuoco e della polizia municipale per segnalare l’odore acre. Intanto stamani è prevista una bonifica dell’area con l’intervento di ruspe e varie unità di operai. 

Ieri nono sono mancate le polemiche sul campo rom evacuato dopo il rogo. I servizi sociali e le associazioni hanno messo a disposizione degli alloggi di emergenza, ma sono stati rifiutati dalle famiglie rom che hanno preferito trovare alloggio presso altre comunità della medesima etnia dell’hinterland catanese.

“Non è tollerabile sopportare la esistenza di un campo nel quale le condizioni minime di vita, di igiene e di sicurezza non sono rispettate, così come non è tollerabile sapere che gran parte di loro vive di attività illegali. Cosa intendono fare il Comune di Catania e la Prefettura? Ciascuno, nelle proprie diverse responsabilità, deve assumere una concreta iniziativa”, ha detto il presidente della Commissione Antimafia all’Ars, Nello Musumeci.

Altre critiche sono piovute dal movimento Noi con Salvini, rappresentato dal parlamentare Angelo Attaguile e  dal vicesindaco di Mascalucia, Fabio Cantarella: ” I campi rom vanno chiusi tutti al più presto – ha detto il deputato-  non si possono tollerare ulteriormente zone franche all’interno delle quali non vengono rispettate le più elementari regole d’igiene e sicurezza. Qui si tratta di tutelare soprattutto coloro che, al contrario, vivono rispettando le regole”.

 

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