In Sicilia largo ai questori “sbirri di strada”, per un preciso volere del Viminale. Una scelta di combattere la criminalità mafiosa e anche quella comune con uomini che hanno fatto esperienza sul campo, guidando in prima linea gli apparati d’intelligence contro il crimine.

Oggi primo marzo 2017 è il giorno dell’insediamento di tre questori che la gavetta l’hanno fatta tutta e nei punti di snodo della polizia. A Palermo arriva Renato Cortese, a Catania Giuseppe Gualtieri, a Caltanissetta Giovanni Signer.

Sono gli investigatori degli anni passati che con merito hanno ottenuto il massimo: la carica di questore. Sono loro, poco avvezzi alla scrivania, che hanno inferto i colpi più duri alla mafia del duemila. A partire dalla cattura del padrino di Cosa Nostra Bernardo Provenzano: furono Cortese e Gualtieri, il primo assegnato allo Sco, il servizio centrale operativo di Roma, il secondo alla squadra mobile di Palermo a braccare e ammanettare il boss latitante da 43 anni. Cortese vanta anche altri arresti non meno importanti: da Giovanni Brusca, di Salvatore Grigoli, killer di don Pino Puglisi. L’esperienza maturata in Sicilia Renato Cortese la esportata anche in Calabria, lì ammanetta gli artefici della strage di Duisburg, e poi alla guida della mobile di Roma conducendo le indagini anche contro il clan dei Casamonica.

Giuseppe Gualtieri nuovo questore di Catania, ha maturato una lunga esperienza nella Sicilia occidentale, e dopo avere arrestato Provenzano si è concentrato a capo del servizio della direzione centrale della polizia per i servizi antidroga coordinando le più importanti operazioni interforze di contrasto internazionale contro il narcotraffico. Ritorna a Caltanissetta sua città natia Giovanni Signer, una carriera svolta a nella questura di Catania, dove è stato capo della squadra mobile non prima di dirigere quasi tutte le sezioni. Poi capo di gabinetto e infine Vicario prima della promozione a questore. E’ stato lui ad arrestare Antonino Speziale, il giovane accusato dell’omicidio dell’ispettore Filippo Raciti.