Interdizione per un anno dall’attività professionale legata alla sua attività di funzionario della Regione in servizio all’assessorato Infrastrutture e Mobilità. E’ il provvedimento adottato dal giudice per le indagini preliminari Giuliana Sammartino nei confronti di Mario Corradino, finito nell’inchiesta Piramidi e accusato di traffico di influenze.

L’inchiesta è quella dello smaltimento di rifiuti pericolosi nella discarica Cisma Ambiente spa di Melilli in provincia di Siracusa gestita, secondo la procura distrettuale antimafia di Catania, da imprenditore in odor di mafia per legami con i vertici del clan Santapaola-Ercolano.

Interrogato lunedì secondo quanto previsto dal codice di procedura penale riguardo al reato di traffico di influenze, il funzionario si è avvalso della facoltà di non rispondere sulle contestazioni avanzate dai pm di Catania, i presunti favori agli imprenditori padre e figlio Nino e Carmelo Paratore, titolari della discarica di Melilli.

E’ stato il suo legale, l’avvocato Raffaele Bonsignore del Foro di Palermo a ritenere insussistenti le esigenze cautelare per i fatti che sono datati 2015, opponendosi alla richiesta della misura cautelare della interdizione. Posizione che il giudice ha invece valutato diversamente tanto da sospenderlo.

Nell’ordinanza il giudice Sammartino, scrive che Corradino “con più atti esecutivi di un medesimo disegno criminoso, quale funzionario in servizio presso l’Assessorato Infrastrutture e Mobilità della Regione Sicilia, quindi pubblico ufficiale, sfruttando le proprie relazioni esistenti con pubblici ufficiali e gli incaricati di servizio… e funzionari del ministero dell’Ambiente, indebitamente si faceva dare e promettere da Carmelo Paratore, consistenti somme di denaro (in particolare denaro contante per migliaia di euro), come prezzo della propria mediazione illecita verso i predetti funzionari ovvero per remunerarli, in relazione al compimento di un atto contrario ai loro doveri d’ufficio ed in particolare per l’accoglimento della richiesta di ampliamento del sito di discarica della Cisma di contrada Bagali in Melill”.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere dinanzi al Gip anche i due imprenditori Paratore. Ha reso spontanee dichiarazioni la titolare della Cisma Ambiente, Agata Di Stefano che al giudice avrebbe detto di avere sempre attuato “procedure corrette” nella discarica e di avere applicato le “regole aziendali secondo gli ordini impartitale”.

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