E’ un fiume in piena Nello Musumeci. Dice di essersi imposto di stare calmo. Ci prova. Ma è palpabile che le notizie sull’inchiesta della procura di Catania su Riscossione Sicilia che lo vedono indirettamente coinvolto lo hanno scosso. Davanti ai giornalisti, in una conferenza stampa intensa, parla della vicenda tratteggiando due aspetti: “uno di carattere tecnico amministrativo, uno di natura politica”.

Ed è proprio su quest’ultimo punto che il leader di Diventerà Bellissima si concentra, premettendo che in ottobre ci saranno le elezioni regionali e fra 50 giorni le primarie del centrodestra, quindi si chiede: “perché proprio io?”

Musumeci si presenta in sala stampa con le carte relative alle rateizzazioni per delle cartelle esattoriali di Riscossione scaturite da multe soprattutto per dei manifesti elettorali affissi fuori dagli spazi,  per le elezioni europee di qualche tempo fa a cui partecipava. C’è una rateizzazione avviata nel 2009, una nel 2011, entrambe, ha assicurato il deputato, sono state già estinte e da ultimo, invece, una rateizzazione richiesta nel gennaio 2016 di 31mila euro che sta ancora pagando “e quando Dio vorrà sarà estinta anche questa…”

Quindi, agitando le carte,  Musumeci dice: “Vorrei capire in che cosa consiste il favore da parte dei dipendenti della Serit visto che pago quasi il doppio per interessi di mora, diritti di riscossione e sanzione…, se tutti contribuenti siciliani che fanno ricorso alla rateizzazione pagassero come faccio e ho fatto io, forse Riscossione Sicilia non avrebbe questo gigantesco buco di Bilancio”.

Poi il politico catanese ricorda proprio due interventi da deputato regionale che riguardano Riscossione. Si tratta di una mozione del gennaio 2015 e un intervento all’Ars del febbraio 2016.

Nel primo atto, firmato anche da Nino D’Asero (anche lui chiamato in causa nella vicenda), “ma naturalmente si tratta solo di un caso…”, specifica Musumeci, si chiede lo scioglimento di Riscossione Sicilia, nell’altro “di considerare chiusa l’esperienza di una società che produce debiti” e ricorda, come esempi, gli affitti pagati dalla partecipata regionale a Catania e Palermo, ‘mentre gli uffici di proprietà o della Regione sono semivuoti’.

“Credo – dice Musumeci pur riconoscendo ad Antonio Fiumefreddo l’apprezzamento per il tentativo di recuperare l’evasione – che sia questo uno dei motivi che potrebbe avere indotto il vertice politico di Riscossione Sicilia di tentare di coinvolgere la mia persona”.

Da qui in poi il leader di #Db va all’attacco: “La verità, la mia per carità – afferma – è che in Sicilia c’è da qualche anno un pericoloso sistema di potere politico nelle mani di quattro, cinque personaggi, che in alcuni casi godono di particolari coperture. E questo sistema comprende al suo interno anche l’attuale presidente della Regione, Crocetta, che non è il regista ma è il beneficiario perché garantisce il sistema di potere con l’esercizio del suo ruolo, un esercizio assolutamente deviato perché è finalizzato a tutelare il cerchio magico”.

Musumeci, come fece qualche tempo fa direttamente a Sala d’Ercole, torna a parlare di “mafia dell’antimafia: un sistema politico. Perché l’attività mafiosa si può esercitare anche senza bisogna di essere cosca. Si può esercitare con gli ammiccamenti, con gli avvertimenti, con le pacche sulle spalle, con i ricatti, con le mezze parole, con la cultura della calunnia e della diffamazione”.

Poi tuona: “mi sono candidato a scardinare questo sistema di potere e sono diventato un problema per loro e so anche di essere diventato un bersaglio” e ricorda la sua azione da presidente della commissione Antimafia all’Ars, “fatta senza guardare in faccia nessuno”.

“La politica non un luogo per santi né per diavoli, è luogo per persone perbene e per mascalzoni – aggiunge Musumeci -. Non accetto che la lotta politica si debba fare sul terreno della calunnia, del fango, dei colpi bassi, utilizzando strumenti com’è Riscossione Sicilia soltanto per riabilitare la nullità dell’esistenza di un governatore che questa terra ricorderà per essere stato il peggiore nella storia della sua autonomia”.

Infine ricordando che “la lotta in questa vicenda è politica” Musumeci lancia una stilettata al Movimento 5 Stelle: “Fanno i compari in questo gioco – dice – non hanno capito che la prossima puntata sarà dedicata a loro”.

Sulla questione Musumeci, ringraziandolo, ha chiesto al presidente dell’Ars, Ardizzone di consentirgli un intervento alla prima seduta d’aula: “Sarà quella la sede in cui esprimerò le mie valutazioni, davanti a tutti i gruppi parlamentari”.

Sarà la seconda puntata.

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