Il clan Laudani che fa capo al vecchio boss Sebastiano Laudani, 91 anni, negli ultimi dieci anni, è stato uno dei gruppi mafiosi più agguerriti nella storia criminale catanese.

Il capofamiglia, ai domiciliari, vista l’età, ha guidato la cosca insieme con il figlio Gaetano, ucciso nel 1992 nella sua macelleria e i nipoti Alberto Caruso e Giuseppe Laudani.

Della famiglia Laudani si è distinta sempre l’indipendenza criminale rivendicata anche nei confronti di ‘Cosa Nostra’ catanese, con cui, durante gli anni Ottanta ha stretto un’alleanza per irrobustire il proprio peso criminale diventando il braccio armato di Nitto Santapaola il riferimento di Cosa nostra in Sicilia Orientale.

La famiglia dei Laudani ha iniziato la sua attività illecita nel quartiere popolare catanese di San Cristoforo. Molto vicino ai “Cursoti” i ‘banditi’dell’Antico Corso.

Per anni gli investigatori lo hanno definito un “gruppo esterno” a “Cosa Nostra”, come hanno raccontato diversi pentiti: nati negli anni Sessanta inizialmente i Laudani si sono concentrati sugli affari illegali del mercato clandestino della carne, rilevando macellerie e allevamenti in tutta la provincia di Catania.

E’ negli anni Ottanta che la famiglia raggiunge e consolida un ampio e strutturato potere militare ed economico,derivato da una incontrastata forza intimidatoria,che trova nella commissione di numerosi omicidi, atti di violenza e minacce la sua forza propulsiva, riuscendo così a imporre la sua leadership.

Si dedicano a estorsioni, rapine, traffico di stupefacenti e usura, denaro reinvestito.

E’ nel 1989 che viene arrestato il capo famiglia Sebastiano Laudani e la ‘reggenza’ passa nelle mani del figlio Gaetano Laudani (ucciso poi nel 1992).

Sono gli anni delle operazioni e dei processi “Fico D’India” che a più riprese trascinano in carcere la maggior parte degli affiliati. I Laudani costringono le varie famiglie mafiose a stipulare una “pax mafiosa” che si allunga nel tempo. Ma sono anche gli anni della riorganizzazione silente per dare luogo ad una escalation criminale culminata con una serie di atti criminali efferati, tra questi l’attentato alla caserma dei carabinieri di Gravina di Catania (18 Settembre 1993), l’omicidio dell’agente di polizia penitenziaria Luigi Bodenza (24 marzo 1994) e l’assassinio dell’ avvocato penalista Serafino Famà (9 novembre 1995).

A fine anni Novanta la leadership del clan passa nelle mani nel nipote prediletto di Sebastiano, Giuseppe Laudani poi diventato un collaboratore di giustizia. Le sue dichiarazioni recentemente sono confluite in un atto d’accusa e culminate in un maxi blitz “Vicerè” che ha portato in carcere decine di affiliati.

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