La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha coordinato le attività svolte dalla Polizia di Stato e  dalla Guardia di Finanza che hanno posto in stato di fermo il 40enne libico Nasereddin El Mgaryef, il 30enne marocchino Mostapha Aassal, il 27enne libico Mftah Alajnaf e il 41enne marocchino Kacem Taoussy con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti lo sbarco al porto di Catania di 768 migranti a bordo della nave Vos Hestia della ONG Save the Children. 

Le 4 persone fermate sarabbero gli organizzatori del viaggio e i conducenti di un gommone su cui viaggiavano 116 migranti.

Nell’ambito delle indagini avviate, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, da personale della Squadra Mobile – Sezione Criminalità Straniera e Prostituzione – e da militari del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza, dalle dichiarazioni rese da alcuni testimoni è emerso che gli indagati avrebbero collaborato con i trafficanti libici, svolgendo attività di sorveglianza e controllo dei migranti durante la loro permanenza nella connection house in Libia. In particolare, taluni testimoni hanno dichiarato di essere stati ripetutamente picchiati dai loro controllori con tubi di ferro o di gomma utilizzati per l’irrigazione e con bastoni, anche senza alcun apparente motivo.

Una donna africana ha raccontato che quando ha visto per la prima volta che ha visto  Nasereddin El Mgaryef era armato di kalashnikov e l’uomo avrebbe esploso dei colpi alle gambe di due migranti che poco prima, di nascosto, avevano sottratto del cibo ai libici; successivamente lo avrebbe rivisto in una seconda casa di detenzione, mentre entrava nelle stanze e calpestava volutamente coloro che dormivano a terra.

Un’altra donna, anch’essa africana, ha riferito di avere subito abusi sessuali da parte della stessa persona che, per raggiungere lo scopo,  le avrebbe puntato l’arma alla tempia.

Espletate le formalità di rito, i fermati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza” a disposizione dell’A.G. Il GIP ha convalidato i fermi ed ha emesso nei confronti di tutti e quattro gli indagati la misura cautelare della custodia in carcere, per entrambi i reati per il primo degli indagati e per il reato di agevolazione dell’immigrazione clandestina per gli altri tre.