“In tema di migranti mi sembra strano doverlo dire ma mi trovo d’accordo con il Papa in una maniera come quasi una ‘fotocopia’ e non per un fatto di fede ma come persona”. Parola di Giobbe Covatta. Il popolare comico, attore teatrale e cinematografico a Catania, ospite del cartellone di spettacoli del ‘Gatto blu’ con la sua ultima fatica artistica, la sua ‘Commediola’, ha dedicato per anni e dedica molto del suo tempo all’Africa. Da profondo conoscitore del continente nero, e’ testimonial di Amref e di Save the Children (ricordate lo spot con la sua battuta ‘basta poco che ce vo’?) ha ‘accettato’ di buon grado di dire la sua a BlogSicilia sul tema attualissimo dell’immigrazione e sulla presunta veridicità che l’onda migratoria possa trasformarsi in una invasione epocale che in primis colpirebbe proprio il nostro Paese.

“Mi piacerebbe che gli italiani – aggiunge Covatta- facessero un minimo di ricerca storica su quello che è stato ed è il motivo per il quale i migranti esistono. D’altra parte in natura ci sono tre possibilità quando l’habitat cambia: o si spostano, o mutano geneticamente, e non mi sembra questo il caso, o si estinguono. Quindi al cambiare dell’habitat, per forza di cose, ne rimane una se non ti vuoi estinguere o se non vuoi cambiare geneticamente. Spostarsi appunto”.

“Detto questo- osserva lucidamente l’attore nato a Taranto ma che da una vita vive a Napoli- gli europei forse non sanno che tra tutti i migranti mondiali a noi in Europa ce ne tocca il 6%. Ci sono popoli e Paesi che ospitano un numero di migranti pari al numero degli abitanti del Paese stesso. Noi, da questo punto di vista, siamo molto più privilegiati sia perché ne arrivano pochissimi in percentuali e anche perché abbiamo molti più strumenti per poterlo fare nonostante quello che si va dicendo in giro come quando sento parlare di percezione e ragionamento campati in aria…”.

Secondo Covatta, a precisa domanda su quanto ‘gioca’ la paura della gente ‘foraggiata’ da alcune parti politiche in Europa ed in Italia, “e’ proprio questa, la paura, l’unica cosa che giova a questa logica”.

Sulla gestione della tematica in questione, l’attore riconosce che “è sempre un problema di gestione. Ma in tutte le cose. Anche la Banca d’Italia – sottolinea ironicamente- e’ un problema di gestione. Si può o meno essere d’accordo su come viene gestito o non gestito l’evento ma la gestione e’ fondamentale in tutte le cose”.

Con estrema chiarezza per Giobbe Covatta “non siamo certamente di fronte ad una invasione. Ma attenzione -rileva- lo saremo se non costruiamo le condizioni affinché questa invasione venga revocata”.

“Se noi infatti continuiamo a ‘sputtanare’ il pianeta – afferma – a pensare che tanto gli africani emigrano perché non hanno un ‘cazzo’ da fare perché a casa loro non si trovano tanto bene perché non hanno il wi-fi -continua sorridendo- se continuiamo a pensare che le condizioni della guerra siano irrilevanti, beh il rischio c’è. Insomma – dice ancora Covatta-abbiamo saccheggiato un continente per trecento anni e lo stiamo continuando a saccheggiare con i contratti coloniali che ancora resistono”.

In questo senso Covatta ricorda quelli dei cinesi che in cambio di creare infrastrutture acquisiscono le terre. “Nella maggior parte dei casi – ricorda – questi contratti non prevedono la manutenzione. Quindi se vengono fatte strade con poco asfalto ma il giorno si scassa, che vuoi farci? Si è scassata. Ovviamente si potrebbe dire di fare maggiore attenzione a quando si fanno i contratti. Ma questi ultimi vengono stipulati con presidenti di repubbliche che spesso si chiamano dittatoriali, tanto per dare una idea”.

Per Covatta infine, la questione immigrazione va affrontata “in termini storici e non sentimentali poiché il problema è appunto storico ed economico. Se lo si vuole risolvere andrebbe fatto così sennò continuiamo a raccontarcela un po’ come vogliamo…”.