Sabato 1 aprile al Centro Culture Contemporanee Zo importante evento live con le indie band JuJu e Long Hair In Three Stages.

I palermitani Juju, reduci da un tour di supporto agli svedesi Goat, presenteranno il loro album acclamato dalla stampa internazionale (The Quietus, MOJO) come una delle nuove realtà più interessanti del 2016.
L’album di esordio del progetto, un mix di neopsichedelia, hard rock, postpunk e afrobeat, vede al centro il dramma dei migranti nel mediterraneo.
La band si esibirà all’edizione 2017 dell’International Liverpool Festival Of Psychedelia, che si terrà il prossimo 22/23 settembre.

Ad aprire le danze i catanesi Long Hair In Three Stages, band che unisce schegge di melodia e fragore, noise, wave e post-punk in una trama coerente e originale.
I Long Hair In Three Stages eseguiranno per l’occasione diversi brani dai loro due album per coronare i dieci anni di attività live.

JuJu è il progetto di Gioele Valenti (già in Lay Llamas e Herself). Forte di un debutto su label statunitense, acclamato come una delle realtà più interessanti in ambito psych e inserito fra i dischi dell’anno dalla stampa internazionale, JuJu ha da poco terminato un tour in Nord Europa a fianco di Josefin Öhrn And The Liberation, di supporto agli svedesi GOAT. La musica di JuJu è un mix di neopsichedelia, hard rock, postpunk e afrobeat, con un album che al suo centro pone l’esodo di popoli e lingue in un Mediterraneo in fiamme, non scevro da elementi black magic. La band si esibirà all’edizione 2017 dell’International Liverpool Festival Of Psychedelia, che si terrà il prossimo 22/23 settembre.
www.sunriseoceanbender.com/portfolio/juju/

Creatura anomala dell’indie rock siciliano -schegge di melodia imprigionate in un fragore che sfida le mode correnti- Long Hair In Three Stages tesse da ormai dieci anni, sfuggevole e difficile da incasellare, i fili delle filiazioni più distanti del punk (noise, wave, post-punk) in una trama coerente e originale.
Sfuggente, la band riaffiora periodicamente con album radi e preziosi (“Like a fire in a cave”, 2010, “Burn/Smother”, 2015) e altrettanto rade, selezionate date live. Vederli dal vivo è un’occasione rara e un’esperienza che non lascia indifferenti.

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