Sono di nuovo in stato di agitazione i lavoratori di Pubbliservizi, la società partecipata della Città metropolitana di Catania. Dipendenti che, nei giorni scorsi, avevano chiesto al nuovo amministratore unico Silvio Ontario la revoca di una disposizione, senza ricevere risposta.

A questo – si legge nella nota –  si aggiungono marcate perplessità riguardo altre decisioni prese dallo stesso manager, inizialmente accolto positivamente ed oggi sotto il mirino per una serie di atti che nelle ultime settimane hanno contribuito a creare malumore tra il personale dell’azienda, come spiega il segretario provinciale della Ugl igiene ambientale di Catania, Santo Gangemi: “In principio avevamo riposto speranze e buoni auspici a seguito della nomina di Ontario al vertice di Pubbliservizi, ma purtroppo in breve tempo abbiamo dovuto ricrederci per via di alcuni provvedimenti che riteniamo incomprensibili e che, oltretutto, sono giunti in totale assenza della concertazione sindacale necessaria. Che ci sono delle difficoltà di tipo economico da affrontare non significa che lo si debba fare motu proprio e fuori da ogni logica contrattuale”.

“C’è infatti un contratto collettivo che va seguito e non violato – aggiunge Gangemi – per questo abbiamo chiesto il ritiro di uno degli ultimi atti, emanato senza alcun confronto con i sindacati.” Alla discriminazione in tema di relazioni sindacali, si sommano anche le differenziazioni operate sui lavoratori in merito alla corresponsione dell’anticipo della 14^ mensilità, mentre ancora oggi non si sa nulla della liquidazione dello stipendio di Giugno”.

“Ci eravamo illusi che la partecipata avesse finalmente cambiato registro, dopo una gestione disastrosa, ed invece ci troviamo qui senza dialogo, ma soprattutto senza risposte alle nostre richieste che riguardano anche le notizie sul piano industriale, sul piano di risanamento e sulla proroga del contratto di servizio. Chiediamo all’amministratore unico di tornare sui suoi passi in tempi rapidi e di riavviare la concertazione, perché ogni giorno che passa tra i dipendenti aumentano rabbia ed inquietudine che non escluderanno, dopo l’agitazione, il ricorso allo sciopero – conclude il sindacalista.”