Una nuova candelora si aggiungerà alle dodici già esistenti. È quella dei Mastri Artigiani della Parrocchia Maria Santissima Assunta e sarà visibile la mattina di giorno 5 febbraio insieme alle altre attorno all’Elefante e parteciperà alle processioni dall’anno prossimo.

Il Comitato per la Festa di Sant’Agata ha affrontato il tema della possibilità e dell’ opportunità di inserire nei festeggiamenti nuove Candelore. A tal proposito il Comitato ha registrato in questi mesi la richiesta di partecipare alla Festa da parte della Candelora dei Mastri Artigiani dell’Associazione Madonna Assunta della parrocchia Maria Santissima Assunta il cui parroco, don Santo Conti, ha portato avanti l’istanza con impegno e passione.

Il Comitato ha verificato che questa Candelora è stata realizzata nel 2009 e aveva avanzato senza esito, sin da quel momento, tale richiesta. Nel frattempo ha partecipato a numerose iniziative religiose organizzate dalla parrocchia.

Il Comitato ha deciso che le Candelore ammesse a partecipare alla Festa sono, come da regolamento, le dodici già esistenti, tutelando in tal modo la tradizione ed evitando il possibile aumento incontrollato di nuovi Cerei.

Tuttavia, preso atto che nel 2011 è stata aggiunta quella del Villaggio S.Agata alle undici già esistenti, non tenendo invece conto della analoga richiesta da parte della Candelora dei Mastri Artigiani, si è deciso di sanare questo vulnus.

Pertanto, analizzato lo statuto dell’associazione e verificate le condizioni di sicurezza e di legalità, il nuovo cereo è ammesso alla Festa di Sant’Agata anche se per quest’anno la partecipazione sarà dedicata all’esposizione insieme alle altre candelore durante la mattina del 5 febbraio in piazza Duomo attorno all’Elefante.

“Il Comitato – si legge in una nota inviata da Palazzo degli Elefanti – non ritiene opportuna una indiscriminata proliferazione di nuove Candelore e a tal proposito nel regolamento apposito prevedrà che eventuali nuove richieste in futuro dovranno dimostrare di rispettare stingenti criteri religiosi, artistici e storici, di essere associate ai mestieri, come da tradizione, e di dar prova di una lunga ed effettiva partecipazione alla vita civile e religiosa della città”.

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