Il Tribunale di Catania ha annullato le delibere del fondo di solidarietà per i reati mafiosi con cui, in assenza di sentenza definitiva di liquidazione del danno, si revocava parzialmente l’erogazione di quanto corrisposto con la provvisionale, e allo stesso tempo condanna il ministero dell’Interno a rifondere le spese legali.

La vicenda fa riferimento alla ‘Strage di Vittoria’ del gennaio 1999; un eccidio di stampo mafioso nel quale furono uccise cinque persone. Alcuni dei familiari delle vittime avevano ottenuto, in sede penale, la condanna degli autori al pagamento di una consistente provvisionale, ottenendo anche l’erogazione del Fondo di solidarietà istituito presso il ministero dell’Interno.

All’esito del giudizio civile di primo grado, avviato per la quantificazione del risarcimento del danno, per alcuni parenti il giudice civile aveva ritenuto eccessiva la somma disposta con la provvisionale penale e aveva statuito una condanna in misura ridotta.

La sentenza era stata appellata perché ritenuta errata ed ingiusta. Nelle more dell’appello, il fondo di solidarietà aveva emanato delibere di revoca parziale di quanto precedentemente erogato ed avviato il recupero delle somme presuntivamente versate in eccedenza.

Contro tali provvedimenti, lo studio legale dell’avvocato Giuseppe Nicosia in rappresentanza delle vittime, ha proposto ricorso avanti il Tribunale di Catania che ha accolto le tesi difensive ed annullato le delibere ministeriali impugnate, nonostante la difesa dell’avvocatura generale dello Stato.

La legge dispone la possibilità di revoca o riforma dei precedenti provvedimenti quando le decisioni penali o civili di risarcimento siano definite in sede di impugnativa, ergo quando siano divenute definitive.

L’operato del ministero, in pendenza del giudizio di appello, è stato quindi ritenuto come illegittimo e non ragionevole anche in relazione alla ratio della legge.
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