Stop all’accorpamento della Camera di Commercio di Catania-Siracusa-Ragusa. La frenata, neanche troppo brusca visto che era nell’aria specie dopo i rumors sull’inchiesta della Procura etnea, arriva direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico interpellato dieci giorni fa dalla Regione poco prima dell’insediamento del nuovo consiglio che avrebbe dovuto procedere all’elezione del primo presidente della Super CamCom della Sicilia orientale.

Stamani, infatti, il ministro Carlo Calenda ha inviato una nota al governatore siciliano Rosario Crocetta in cui sottolinea le perplessità sull’accorpamento della Camera di Commercio di Catania-Siracusa-Ragusa e anticipa che porterà il caso in Conferenza Stato-Regioni con una nuova proposta, che prevede l’autonomia delle  Camere di Commercio di quel territorio.

Crocetta ha annunciato la  revoca del decreto di accorpamento e promette collaborazione con il Mise “per avviare le nuove procedure”.

“Ovviamente – spiega Crocetta in una nota  – questo ci costringe a continuare l’attuale commissariamento, ma non è colpa nostra. Vogliamo lavorare per dare immediatamente autonomia alle categorie, però con trasparenza”.

Nei giorni scorsi, prima che si apprendesse dell’inchiesta catanese sulla Super Camera, non erano mancate le frizioni fra il presidente della Regione e la cordata che fa capo all’area di Confindustria, così il governatore aveva palesato l’ipotesi di una “necessaria autonomia della Camera di Commercio di Siracusa”.

Oltre all’indagine  sollevata dopo alcuni esposti e che riguarda il meccanismo con cui sarebbe state gonfiato il numero delle imprese iscritte ad alcune associazioni di categoria per ottenere avere un peso più consistente nel consiglio della Super Camera della Sicilia Orientale, sul caso è pendente anche un ricorso davanti al Tar presentato da un gruppo di sigle prevalentemente siracusane che fanno capo alla cordata di Confindustria (l’udienza è fissata per il maggio prossimo). La stessa situazione si registra anche per la fusione delle Camere della Sicilia centrale con un ricorso presentato davanti al tribunale amministrativo.

Nella nota Crocetta non risparmia uno schizzo di polemica: “Credo di aver dato ai territori una risposta chiara e netta – si legge – e soprattutto dimostrato, al contrario di quanto si è detto a sproposito sull’autorità portuale di Augusta, dove i problemi di legalità di quel porto hanno sicuramente contribuito a creare una battuta d’arresto e non a negare il ruolo chiave che ha quel porto, che il presidente della Regione tratta con equità tutti i territori”.

L’addio alla Super Camera è praticamente certificato, manca solo il crisma della revoca dei decreti (peraltro annunciato da Crocetta), ma appare chiaro che si tratta dell’ennesima puntata di un’autentica saga fra potenti.

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