Un documento di meno di dieci pagine in cui è stata riassunta la complessa situazione economico-finanziaria del Teatro Stabile di Catania.

Si tratta del resoconto dei due ispettori, Nicola Galizi e Vincenzo Randazzo, inviati un mese fa dall’assessore regionale al Turismo, Anthony Barbagallo, che hanno passato ai raggi x tutta la documentazione su acquisti, servizi e forniture, sulla tipologia dei rapporti di lavoro e sulle mansioni svolte dai 37 dipendenti dello Stabile.

Secondo i calcoli degli ispettori il debito supererebbe i 12,3 milioni di euro (7 milioni di disavanzo erano stati indicati nei report mostrati in occasione dell’incontro dei soci in Prefettura), ma è una cifra destinata a crescere se non si dovesse intervenire immediatamente sull’anno corrente.

All’origine della voragine, secondo quanto riportato nella relazione, ci sarebbe soprattutto la voce personale, così sotto la lente di ingrandimento di Galizi e Randazzo sono finite le assunzioni negli ultimi otto anni (fra cui le stabilizzazioni), le promozioni, ma anche alcune forniture di servizi.

Il documento adesso si trova sul tavolo di Barbagallo che deciderà nei prossimi giorni per cercare di definire una situazione decisamente complessa, ma è probabile che presto si possa pronunciare anche l’attuale presidente dell’Ente, Salvatore La Rosa, subentrato nel gennaio scorso al dimissionario Nino Milazzo.

La stragrande maggioranza dei lavoratori dello Stabile è in sciopero dal 17 aprile (solo in cinque sono rientrati), recentemente è stato pagato un acconto sullo stipendio di gennaio.

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