Trent’anni di carcere per quelle delitto consumato davanti al figlio. E’ la sentenza di condanna emessa dal Gup di Catania, Simona Ragazzi, nei confronti di Vincenzo Di Mauro, l’uomo di che il 1 febbraio del 2016 uccise a Misterbianco Luana Finocchiaro.

L’agguato mortale avvenne nell’appartamento di via Garibaldi, abitazione in cui viveva la donna di 41 anni, separata e madre di tre figli, ritrovata sul pavimento della camera da letto, con ecchimosi sul collo.

Un delitto che avvenne dinanzi al figlio di 4 anni nato dalla relazione tra la vittima e l’assassino. Eppure  Luana Finocchiaro aveva più volte denunciato quell’uomo che la picchiava e che l’avrebbe per la gelosia e per dei dissapori legati al rapporto dei due sull’educazione del figlio.

Di Mauro nel corso del processo, celebrato con il rito abbreviato, è stato sottoposto a perizia psichiatrica, ma gli esperti hanno stabilito che l’uomo era ‘perfettamente in grado di intendere e volere’.

Il Gup lo ha ritenuto colpevole e per questo ha accolto la tesi del pubblico ministero Anna Trinchillo riconoscendo tre aggravanti: i futili motivi, il delitto commesso dinanzi al figlio minore e l’abuso di relazione di ospitalità in quanto la donna permise all’assassino di entrare nella sua abitazione in cui avvenne l’omicidio.

Contro Vincenzo Di Mauro sono state applicate le pene accessorie che vanno dall’interdizione legale e dai pubblici uffici, e la decadenza dalla potestà genitoriale.

Concesse anche una provvisionale alle parti civili che vanno dai venti mila euro per figlio, ai dieci mila euro per l’ex marito della donna e per il fratello.

Il caso due anni fa fece molto clamore perché Di Mauro nel 2000 aveva ucciso un vicino di casa per le avance fatte alla sua fidanzata ed era stato condannato a 11 anni di reclusione.

L’uomo, dopo avere scontata la pena per quel delitto, venne nuovamente arrestato per lesioni personali nei confronti di Luana Finocchiaro.

L’uomo, sorvegliato speciale, era stato posto ai domiciliari, ma dopo tre giorni la donna aveva ritirato la denuncia e lui era tornato in libertà.

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