Il 5 gennaio ricorre il 33esimo anniversario della morte di Giuseppe Fava, il giornalista e scrittore ucciso dalla mafia a Catania nel 1984.  Per l’Unci Sicilia – che ne  ricorda le denunce, le inchieste, i puntuali servizi televisivi –  Giuseppe Fava “è stato un monumento del giornalismo italiano, un esempio per tutti i cronisti”.

“Un giornalista incapace per vigliaccheria o per calcolo, della verità – scriveva Fava in un editoriale apparso sul Giornale del Sud nel 1981 – si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare, le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze che non è stato capace di combattere”.

“Con il suo estremo sacrificio – ha detto Andrea Tuttoilmondo, presidente del Gruppo siciliano dell’Unci – Giuseppe Fava rappresenta, oggi più che mai, uno straordinario esempio di passione per un giornalismo al servizio esclusivo della verità e dell’amore per la giustizia”.

“Ho letto con attenzione, da ragazzo, i suoi resoconti di cronaca – ha sottolineato il Vice-Presidente nazionale dell’Unione cronisti, Leone Zingales – e mi entusiasmavano i coraggiosi servizi televisivi. L’ho conosciuto e l’ho intervistato, arricchendo ulteriormente il mio bagaglio professionale. Ed è nel suo ricordo che, lo scorso ferragosto mi sono recato a Palazzolo Acreide e – a nome di tutti i cronisti – gli ho reso omaggio davanti alla lapide collocata sulla casa natale. Giuseppe Fava era un grande uomo di cultura ed un maestro di giornalismo”.

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