IL G7 dei sindaci. Così Renato Accorinti, primo cittadino di Messina, ha battezzato la prima conferenza programmatica delle città metropolitane del Mezzogiorno che si è tenuta a Palazzo Zanca alla presenza dei delegati di sette città del sud: Catania, Palermo, Cagliari, Napoli, Reggio Calabria, Cosenza e ovviamente Messina.

Per il primo cittadino peloritano è centrale la questione dei trasporti: “Da Messina a Palermo, Nibali arriva prima del treno. E’ inaccettabile, perché senza trasporti non possono esistere economia, industria, turismo. E questa è una faccenda che riguarda non solo la Sicilia, ma tutto il meridione”.

Accorinti ha posto l’accento sulla partecipazione, “che deve venire dal basso, ed è per questo che oggi abbiamo organizzato il nostro G7, il G7 dei sindaci del sud che prendono nelle mani il loro destino e decidono di non lamentarsi ma essere protagonisti, con proposte concrete”. “Oggi non potremo di certo esaurire tutte le questioni ancora aperte per il sud – ha affermato ancora Accorinti – ma sui trasporti è necessaria la prima riflessione importante: in Sicilia il 30% dei mezzi va ancora a gasolio. Ne dobbiamo parlare”.

E’ chiaro che sullo sfondo emergono tutte le criticità, ma anche le opportunità ancora non del tutto messe della Legge Delrio. Secondo il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, esistono “una serie di misure che purtroppo ad oggi restano solo sulla carta. Sei delle nove funzioni strategiche richieste alle Città metropolitane non solo non risultano al momento finanziate, ma richiederebbero un trasferimento da parte delle Regioni, che stenta ad avvenire. Inoltre – ha aggiunto Nicotra – le Città metropolitane possono essere fattore di riassetto istituzionale del sistema dei Comuni dell’area, accompagnandoli nei processi di unione e fusione”.

Fondi diretti e non mediati, investimenti straordinari sulle infrastrutture, incentivi alle imprese e programma di aggiornamento tecnologico per i dipendenti comunali: questi gli aspetti di maggior rilievo per facilitare lo sviluppo delle Città metropolitane del Sud secondo Enzo Bianco, sindaco di Catania.

“Le Città del sud – ha spiegato – hanno bisogno di un raccordo diretto con fondi europei. Esperienze come quelle dei patti con le città del sud hanno funzionato molto meglio di quando il rapporto è stato mediato dalle Regioni. Quando abbiamo responsabilità dirette, il risultato è più immediato”.

Interrogato sulle misure concrete necessarie per il rilancio del meridione, Bianco ha fatto cenno anche della necessità di “avviare un sistema di incentivazione diretto e senza mediazioni, che aiuti le imprese ad avere condizioni fiscali di vantaggio. Serve inoltre un investimento straordinario su rete ferroviaria, porti e aeroporti, altrimenti il meridione resterà condannato ad una condizione di marginalità”.

Bianco ha poi puntato il dito sulla necessità di “un vasto programma di assistenza tecnica, aiuto e formazione per i dipendenti comunali, perché nelle nostre città abbiamo tutti lo stesso deficit: gli ultimi assunti risalgono a qualche decennio fa, e non abbiamo nativi del mondo informatico tra le nostre risorse umane”.

Al Sud una ripresa, negli ultimi due anni, c’è. È misurabile sia attraverso i dati dell’export – l’8,5% in più nel 2016 rispetto agli anni precedenti – che testimoniano di una vitalità del territorio, sia attraverso il recupero degli investimenti a livello comunale. Anche le risorse ci sono: 3,3 miliardi di euro tra fondi europei e statali da spendere entro il 2020. Questo uno degli aspetti emersi da uno studio realizzato da Anci e Ifel, presentato nel corso della conferenza programmatica.

Il contributo che i sette sindaci metropolitani delle città del Sud si propongono di portare a questo quadro – viene sottolineato – “è una volontà comune di spendere efficacemente e progettare in modo condiviso lo sviluppo dei loro territori, vale a dire un patto tra sindaci. Necessario per colmare quel divario Nord-Sud ancora oggi testimoniato da indicatori come la concentrazione delle imprese al Nord (nella sola provincia di Brescia ce n’è quante nell’intero Sud), o la presenza di infrastrutture (1,7 km di autostrade per 100 chilometri quadrati al Sud contro i 3,3 del Nord Ovest)”.