Il fuori programma nella serata di gala del G7 al Teatro Antico di Taormina lo offre il sindaco di Messina, Renato Accorinti.

Il primo cittadino peloritano, che poco prima aveva accompagnato Sergio Mattarella in Teatro e sedeva in platea al pari di altre figure istituzionali, al termine del concerto dell’Orchestra filarmonica della Scala ha urlato il proprio dissenso richiamando quanto aveva scritto sulla propria T-shirt: Peace, No war!

Accorinti è salito in piedi sulla sedia ed ha richiamato l’attenzione del presidente americano che sedeva in prima fila: “Trump, peace no war!” ha ripetuto un paio di volte, mentre agenti della polizia, con grande cortesia, lo hanno invitato a ricomporsi.

Stamani Renato Accorinti ha spiegato le ragioni di quel gesto in un post pubblicato sulla propria pagina facebook.

Ecco cosa ha scritto:“Prima come attivisti della società civile e, in questi ultimi anni anche nel nostro ruolo istituzionale, abbiamo portato avanti, INSIEME A GRAN PARTE DEI CITTADINI DEL MONDO, per lungo tempo, una lotta positiva e propositiva per il riconoscimento di fondamentali diritti umani, economici, sociali, ambientali e politici all’interno della nostra società.

Questa occasione ci da l’opportunità e il dovere di prendere posizione e fare sentire la nostra voce a livello globale.
Per qualsiasi rappresentante istituzionale è privo di senso e paradossale incontrare suoi colleghi, specialmente ad un così alto livello come al G7, senza mettere al centro dell’agenda alcune questioni fondamentali. Nello specifico, la necessità di uno sforzo comune per risolvere davvero le minacce derivanti dai cambiamenti climatici e tutti i disastri ambientali che la nostra società sta producendo; le azioni per ridurre ed infine eliminare l’enorme gap del Sud del mondo in termini di diritti sociali ed economici, per i quali noi del Nord del mondo siamo tutti responsabili; una presa di posizione chiara ed universale per una pace che sia reale, contro la guerra e gli armamenti. In ultimo, la questione più importante, poiché rappresenta una questione urgente ed attuale dei nostri giorni, specialmente in questa parte del mondo. Ovvero l’appello per una politica che apra le nostre frontiere e non costruisca muri; il diritto per ogni persona in ogni parte del mondo a migrare in maniera sicura e con piena dignità e a vivere pienamente e liberamente la propria vita dovunque voglia. Non dimentichiamoci la nostra storia ed il nostro presente: siamo tutti migranti.
Per noi, questo è il solo e più profondo senso del rappresentare le nostre istituzioni”.