Un mondo in guerra a proteggere una corte, dove efferatezza e sete di sangue, al pari del coraggio, sono ritenute virtù e dove una società patriarcale civilizzata è regolata da leggi divine.

Andrà in scena da domani, fino al 2 gennaio, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina il “Macbeth” di Shakespeare per la regia di Franco Branciaroli. Sul palco, insieme a Branciaroli, Tommaso Cardarelli, Daniele Madde, Stefano Moretti, Livio Remuzzi, Giovanni Battista Storti, Alfonso Veneroso. Scenografia di Margherita Palli e costumi di Gianluca Sbicca.

“Macbeth sceglie di portare la violenza all’interno – spiega il regista – Se in più anche la parte femminile si snatura e prende caratteristiche maschili, allora il caos è totale. Macbeth viene infatti “sedotto” all’ambizione dalle streghe e indotto all’assassinio da sua moglie. Ma il dramma è ancora più complesso e tremendo: Macbeth, uccidendo il re, simbolo del padre e del divino, uccide la sua stessa umanità ed entra in una dimensione di solitudine dove perde tutto, amore, ragione, sonno, scopo di vivere. Macbeth è la tragedia del male dell’uomo, – conclude – della violazione delle leggi morali e naturali e dell’ambiguità, del caos, della distruzione che ne consegue. Un rovesciamento di valori significativamente testimoniato dal canto ambiguo e beffardo delle streghe: il bello è brutto, e il brutto è bello”.