I carabinieri del Ros, con il supporto del Comando Provinciale di Messina, hanno effettuato un sequestro preventivo di beni mobili e immobili per otto milioni di euro emesso dal gip di Messina nei confronti di Vincenzo e Pasquale Romeo, e Biagio Grasso, coinvolti nell’operazione antimafia ‘Beta’ e accusati a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse, riciclaggio, reati in materia di armi ed altro.

Sono state sequestrate 7 società del settore immobiliare e dei lavori edili, 2 società del settore degli apparecchi da intrattenimento, un’automobile Alfa Romeo, un’ Audi Q5, un veicolo Fiat Panda; tre immobili a Messina e 17 conti correnti. Dalle indagini svolte dai militari del Ros era emersa l’esistenza di una cellula messinese di cosa nostra catanese, diretta emanazione della famiglia mafiosa dei Santapola e sovraordinata rispetto ai clan che tradizionalmente attivi a Messina.

Al vertice del sodalizio, la figura di Vincenzo Romeo, che operava sotto la supervisione del padre, Francesco, cognato del boss Nitto Santapola, e con la collaborazione dei fratelli, Pasquale, Benedetto e Gianluca. L’attività investigativa aveva tracciato l’esistenza di un’entità criminale ancorata alle tradizioni mafiose ma, al tempo stesso, capace di relazionarsi proficuamente con professionisti locali ed esponenti della amministrazioni locali, proiettando i propri interessi in diversi settori dell’imprenditoria, che aveva pesantemente infiltrato e finanziato.