8 maggio San Vittore il Moro. L’8 maggio si celebra in tutta la Chiesa Cattolica la memoria liturgica di San Vittore il Moro, o anche Mauro (“della Mauretania”) (Mauretania, III secolo – Lodi Vecchio, 303). E’ stato un soldato romano di stanza a Milano all’epoca di Massimiano, che subì il martirio per la fede cristiana come gli altri martiri Nabore e Felice. Il culto di san Vittore ebbe una larga diffusione. Molte sono, infatti, le chiese a lui dedicate. Al santo è intitolata la quattrocentesca basilica collegiata prepositurale in Arcisate (Va), sede di uno degli antichi capitoli della diocesi di Milano. In occasione delle festività in onore del patrono si organizza il “Palio dei rioni” che coinvolge tutto il paese con iniziative e giochi.

8 maggio 1898 – In quel giorno a Torino si disputa in un’unica giornata il primo Campionato di calcio di Serie A: se lo aggiudica il Genoa, che supera in finale l’Internazionale di Torino. Il campionato viene organizzato dalla neonata Federazione Italiana Gioco Calcio. La prima partita ha inizio alle nove del mattino, la seconda semifinale alle undici e nel pomeriggio si svolge la finale. Spettatori presenti: un centinaio; incasso: 197 lire circa. La manifestazione si conclude con bevute e convivi. Siamo agli inizi dell’era del calcio e il fair-play è di rigore.

8 maggio 1906 – In quel martedì nasce a Roma Roberto Rossellini, regista e sceneggiatore italiano. Fondatore del neorealismo, realizza, tra il 1944 e il 1948, film che lo consacrano nella storia del cinema: “Roma città aperta”, “Paisà’”, “Germania anno zero”. Con il “neorealismo”, conia una nuova cifra espressiva basata sul lavoro con attori non professionisti, la presa diretta. Attraverso l’assenza mediatrice dell’autore, si intende dar voce all’espressione della contemporaneità. Muore nel 1977.

8 maggio 1978 – In quella data l’alpinista italiano Reinhold Messner raggiunge senza l’ausilio di bombole di ossigeno la vetta dell’Everest. La missione era considerata fino a quel momento impossibile, tanto che Messner e l’austriaco Peter Habeler, suo compagno nell’impresa, vengono accusati di aver utilizzato di nascosto delle mini-bombole. Per mettere definitivamente a tacere tali sospetti, Messner, il 20 agosto 1980, raggiunge di nuovo la vetta della montagna più alta del mondo senza l’ausilio di bombole e stavolta in solitaria.