Secondo l’ONG Education for Natur – Vietnam si tratterebbe di uno dei più grandi commercianti di fauna selvatica che utilizzava le opportunità fornite dal web. E’ stato arrestato ieri sera grazie ad una investigazione compiuta con la collaborazione degli esperti di ENV.

L’arresto è avvenuto a seguito di una lunga indagine. Sembra che il campo d’elezione dei presunti commerci illeciti fosse rappresentato da facebook. Il soggetto si presentava utilizzando un pseudonimo. A quanto sembra era impegnato a vendere due pangolini sotto vino.

Come è noto il piccolo mammifero, presente con più specie sia nel sud asiatico che in Africa, è molto ricercato, nonostante la formale protezione, per via delle sue scaglie cornee oltre che per la carne. Secondo alcune dicerie le scaglie in particolare avrebbero un potere medicamentoso ed afrodisiaco in particolare. Ovviamente il tutto è privo di ogni fondamento scientifico ma la bramosia dei commercianti, alimentati da una richiesta che non viene ancora meno, sta costando caro alle popolazioni selvatiche del povero pangolino. Tanto alto è il prelievo nelle regioni asiatiche, che i trafficanti si sono rivolti al continente africano. Veri e propri grossisti, provvedono a spedire in Asia carichi di diverse centinaia di chili di scaglie, abilmente occultati nei trasporti navali. Ogni carico può contenere materiale equivalente a molte migliaia di animali.

Un commercio tanto florido quanto illegale che rischia di portare sull’orlo dell’estinzione un animale del quale ancora non si conosce bene la sua stessa biologia. I Pangolini, infatti, sono molto schivi ed hanno abitudini prevalentemente notturne.

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