Un esempio eclatante ma che rispecchia, purtroppo, una realtà molto diffusa nel nostro paese. Da nord e sud i bracconieri continuano a mietere vittime, in barba alla legislazione in vigore. Un fatto che sembra aggravarsi sempre più con l’estinzione, o quasi, delle polizie provinciali ed il futuro quantomeno incerto del Corpo Forestale dello Stato. A sottolineare tali aspetti è la Polizia Provinciale di Vicenza, salvata grazie ad una disposizione regionale che l’ha inglobata, sebbene gravemente carente di uomini e mezzi.
Seicento uccelli. Questo quanto annotato in una sorta di calendario del bracconiere denunciato dai poliziotti provinciali. Una coppia, colta in flagranza di reato che aveva messo in atto un impianto di cattura di uccelli selvatici di rilevante entità.
Oltre 100 metri quadri di reti, opportunamente celate tra i vigneti e gli oliveti della proprietà, oltre ad un richiamo acustico per attirare i tordi bottacci ed una una serie di richiami vivi di specie protette e particolarmente protette. Si trattava di 11 passere scopaiole, 3 fringuelli, 2 lucherini, oltre che merli e tordi di recente cattura.
Gli uccelli catturati erano custoditi sopra il tetto di un ricovero attrezzi all’esterno dell’abitazione ove è stata trovato una cella frigorifera completamente mascherata tra il fieno e materiale vario. Al suo interno 393 uccelli congelati: 11 merli, 1 tordo bottaccio, 1 passero,4 storni , 2 frosoni, 155 passere scopaiole, 19 pettirossi, 14 capinere, 6 cinciarelle,1 lui e altri 197 di varie specie già spiumati.

Particolare inquietante che è emerso dalla perquisizione : un calendario dove il bracconiere annotava giornalmente in modo minuzioso gli uccelli catturati.
In un mese d’ attività quasi 600 !!

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