Non possono che aumentare le polemiche dopo il ritrovamento di un lupo ucciso con un colpo di arma da fuoco.

Si tratta del secondo caso in pochi giorni che fa seguito a quello del lupo trovato ormai morto in Val d’Aveto, in provincia di Genova. Così come era stato comunicato dell’ENPA il corpo di un giovane animale era stato rinvenuto con ferite compatibili con un colpo esploso da una carabina.

La nuova notizia arriva ora dalle Valle d’Aosta. Stante quanto comunicato dall’ Assessorato dell’agricoltura e risorse naturali, nella giornata di ieri è stata trovata senza vita  una lupa adulta del peso di circa 28 chilogrammi. Il luogo del ritrovamento si trova nel Comune di Introd e ad un primo esame, eseguito dal Corpo Forestale della Regione, si è appurato come l’animale sia stato ucciso da un colpo di arma da fuoco. Sarà ora l’Istituto zooprofilattico sperimentale ad eseguire gli esami del caso.

Sul web, intanto, monta la polemica. Secondo alcuni, infatti, gli esemplari rinvenuti potrebbero essere solo una minima parte di quelli realmente vittime del bracconaggio. Non sempre, infatti, gli animali uccisi vengono ritrovati ed ultimamente sembrano diminuite le volute “esibizioni” di poveri corpi fatti trovare decapitati o orrendamente mutilati in altre parti. Un fenomeno che agisce in sordina e che lascia al casuale ritrovamento, come negli ultimi due casi, la compilazione di una casistica che sembra non avere fine.

In più occasioni le associazioni protezioniste avevano chiesto di rivedere la norma che disciplina i cosiddetti reati venatori. Fino ad oggi, infatti, sono tutti di semplice natura contravvenzionale. Occorrerebbero, invece, reati-delitti in grado di incidere maggiormente sulla pena, almeno nel caso di abbattimento di specie particolarmente protette. Animali, si ricorda, la cui tutela è prevista non solo dalla norma nazionale ma anche da quella Europea. Gli uffici di Bruxelles hanno già aperto nei confronti dell’Italia il fascicolo EU-Pilot ovvero una fase propedeutica alla procedura d’infrazione proprio per la mancanza di una efficace azione anti bracconaggio.

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N.B. : Secondo quanto reso noto dalla Regione Valle d’Aosta il 16 gennaio 2017, l’Assessorato dell’agricoltura e risorse naturali e l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta con annesso CERMAS (Centro Referenza Nazionale Malattie Animali Selvatici) hanno portato a termine le attività di indagine e gli esami di laboratorio effettuati sulla carcassa del lupo femmina ritrovato morto il 9 gennaio scorso a Introd.

Rispetto a quanto inizialmente ipotizzato al primo esame visivo da parte del personale intervenuto sul luogo del ritrovamento, che aveva fatto presumere come causa del decesso un colpo d’arma da fuoco, ipotesi peraltro più che plausibile anche agli occhi di personale esperto, gli esami di laboratorio e le attività di indagine hanno consentito di accertare che le cause del decesso sono dovute a un trauma accidentale dovuto a un ramo che ha perforato il torace dell’animale, provocando un grave pneumotorace e la conseguente morte del lupo. Tale ipotesi è peraltro suffragata dalle attività di indagine svolte e dalla determinazione del luogo dell’incidente.

La forte sinergia in essere tra le strutture competenti dell’Assessorato e il CERMAS dell’Istituto zooprofilattico sperimentale ha consentito di chiarire in tempi brevi gli sviluppi della situazione e di dare prontamente contezza della dinamica del tutto accidentale dell’accaduto.