Le autorità maltesi continuano a negare l’attracco nei porti dell’isola alle navi cariche di migranti e limitano al massimo i loro interventi di soccorso. E’ quanto ha detto in commissione Schengen il capo ufficio operazioni della Guardia Costiera, Nicola Carlone, parlando di “conflittualità” tra Italia e Malta soprattutto per quanto concerne l’area di ricerca e soccorso. Ogni volta che un’imbarcazione viene soccorsa, ha spiegato il controammiraglio, va individuato un porto sicuro dove far sbarcare i migranti. E spesso questi porti sono quelli di Malta, o della Tunisia.

“Ogni volta che riceviamo una chiamata di soccorso – ha spiegato Carlone – avvisiamo i centri più vicini. Ma loro ci dicono di no. E’ successo un mese fa, almeno un paio di volte con la Tunisia. E succede spesso con Malta”.

E anche per quanto riguarda i soccorsi in mare, le cose non vanno molto diversamente. Alcuni paesi, ha infatti detto Carlone riferendosi in particolare proprio a Malta, “tendono a sottovalutare le condizioni di reale pericolo in cui si trovano le imbarcazioni, per sottrarsi all’obbligo di dichiarare intervento Sar e dunque intervenire, e si limitano ad un monitoraggio, fino a quando le imbarcazioni non lasciano le acque territoriali”.

Di fatto, “mirano ad evitare di intervenire su flussi che poi proseguono verso l’Italia”.