Sarebbero almeno 800.000 i piccoli uccelli canori uccisi lo scorso autunno nella base britannica dell’isola di Cipro.

Gli animali, catturati dai bracconieri ciprioti, vengono poi venduti nel mercato nero che serve ancora una tradizione culinaria locale. Si tratta, infatti, dell’ambelopulia, un piatto a base di uccellini cotti.

La denuncia sul dilagante bracconaggio nell’area militare è della Royal Society Protection Birds (RSPB) e dell’Ong Birdlife International.

A testimoniare la gravità della situazione sono i veri e propri boschetti di acacia australiana che, proprio nei terreni della base, sono stati piantati dai bracconieri. Questi alberelli, infatti, si prestano particolarmente bene all’installazione delle trappole per la piccola fauna alata. A poco sono valsi finora gli appelli al Ministero della Difesa Britannico affinchè si intervenga in maniera determinata, facendo valere le leggi a tutela della fauna.  Sempre le due ONG considerano l’esistenza di vere e proprie bande criminali che gestiscono su vasta scala l’attività illegale di cattura dei piccoli animali e il loro rifornimento dei ristoranti. Si stima che i guadagni si aggirino su diversi milioni di euro.

Molto parziale, inoltre, l’abbattimento delle acacie australiane massicciamente piantate dai bracconieri nei terreni della base britannica che è diventata uno dei principali punti del bracconaggio cipriota.

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