Il Misery Index Confcommercio – una valutazione macroeconomica del disagio sociale – a dicembre 2016 si è attestato su un valore stimato di 19,7 punti, in aumento di quattro decimi di punto rispetto a novembre, tornando ai livelli di luglio 2015. A partire da marzo 2016 l’area del disagio sociale ha conosciuto un progressivo peggioramento, imputabile in misura quasi esclusiva alla componente relativa ai prezzi la cui variazione, per i beni ad alta frequenza d’acquisto, e’ passata dal -1,1% di marzo al +1,0% di dicembre. Per contro, sempre nello stesso periodo, la disoccupazione estesa è aumentata di due decimi di punto. All’interno della stessa si e’ osservata una progressiva crescita delle componete ufficiale.

A dicembre 2016 il tasso di disoccupazione si è attestato al 12%, stabile rispetto a novembre ed in aumento di quattro decimi nel confronto annuo. Il numero di disoccupati e’ aumentato di 9mila unita’ su base mensile e di 144mila rispetto all’analogo mese del 2015. Il numero di occupati è rimasto stabile rispetto al mese precedente ed è aumentato di 242mila unità nei confronti di dicembre del 2015. Nello stesso mese le ore di CIG autorizzate hanno registrato un’ulteriore riduzione su base annua (-11%). A questa tendenza ha continuato a fare eccezione la CIG ordinaria a causa del confronto con un periodo in cui era in atto il blocco delle autorizzazioni. Sulla base di questa stima si e’ calcolato che le ore di CIG effettivamente utilizzate – destagionalizzate e ricondotte a ULA – siano aumentate, a dicembre, di 2mila unità su base mensile e diminuite di 37mila su base annua.

Sul fronte degli scoraggiati è proseguita la tendenza alla riduzione, imputabile al passaggio di una parte di questi dall’inattività alle forze di lavoro, con un calo di 2mila unità in termini congiunturali e di 89mila unità su base annua. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato una stabilizzazione, in termini congiunturali, del tasso di disoccupazione esteso. Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto sono aumentati dell’1,0%, per effetto di nuove tensioni inflazionistiche nelle aree degli alimentari freschi e dei carburanti. Quanto rilevato negli ultimi mesi conferma la necessità, per una diminuzione dell’area del disagio sociale, che i ritmi di crescita della domanda di lavoro tornino a registrare dinamiche più soddisfacenti, al fine di ridurre il numero dei disoccupati. Solo con una ripresa significativa dell’occupazione si potrà infatti determinare una crescita del reddito disponibile in grado di restituire fiducia alle famiglie ed imprimere ai consumi una dinamica più sostenuta rispetto ai livelli attuali.