E’ corale il no della associazioni al testo di riforma delle legge Parchi, approdato, dopo il passaggio al Senato, ai lavori della Camera dei Deputati. Si tratta del Ddl 4144 che intende riformare la storica legge 394 sulle aree protette.

Gli appelli a modificare radicalmente il testo sono stati diffusi oggi dopo che i responsabili delle principali realtà associative in campo ambientalista sono stati auditi della Commissione Ambiente presieduta dall’On.le Ermete Realacci.

Numerosi sono però i punti che dovrebbero essere messi in discussione. Secondo il WWF, intervenuto con la sua presidente nazionale Donatella Bianchi, nel testo licenziato dal Senato non ci sono solo articoli da rivedere ma anche questioni fondamentali non affrontate come l’insufficienza delle risorse che comportano pericolose compensazioni come il ricorso alle royalties o la questione delle Riserve Naturali dello Stato, le piante organiche insufficienti.

Di fatto, spiega il WWF, nel tentativo di rendere più snella la Legge sulle Aree naturali protette, il Senato avrebbe indebolito la portata ‘nazionale’ dei Parchi, “accentuando l’influenza di interessi locali e logiche estranee alla corretta gestione del comune patrimonio naturale del Paese”.

Sulla stessa linea d’onda la LIPU. Per Fulvio Mamone Capria, presidente dell’associazione, la caccia sarebbe stata travestita sotto forma di controllo faunistico. Paventate anche infrazioni comunitarie, direttori senza competenze, schiacciamento sui poteri locali.

Di “misure previste contro la fauna” riferisce senza mezzi termini la Consigliera Nazionale ENPA Annamaria Procacci. Si tratterebbe, ad avviso della Protezione Animali, di norme che causerebbero passi indietro per i parchi e le aree protette; in altri termini i fucili entrerebbero nei “regni della natura” mentre gli animali sarebbero  considerati come presenze problematiche del territorio e, comunque, come problemi da risolvere in punta di “doppietta”. Nelle intenzioni del testo che le associazioni chiedono ora di modificare, gli effetti sulla fauna sono altresì estesi alle aree contigue, issia quelle zone “cuscinetto” tra il parco ed il territorio esterno. Fono ad ora, ha voluto ricordare la Protezione Animali, vi potevano cacciare solo persone residenti, ma con la riforma l’attività delle doppiette verrebbe estesa ai cacciatori iscritti agli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) in cui ricadono le aree contigue. Date le enormi estensioni degli ATC vi sarebbero ricompresi i cacciatori di Comuni anche molto lontani dalle aree protette, persino provenienti da altre regioni, anche grazie alla mobilità venatoria.

In tal maniera, ha voluto in ultimo sottolineare la LIPU, le aree protette, che attualmente vivono un momento difficile, rischiano davvero di ricevere il colpo di grazia finale. L’appello è ora rivolto sia ai membri della Commissione che al Presidente della stessa Ermete Realacci; si impegnino a cambiare il testo, per il bene della natura e del territorio italiano, beni preziosissimi ma già troppo maltrattati e trascurati”.

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