“Mi aspettavo di più, anche se siamo la prima forza all’interno del consiglio comunale, per la prima volta, infatti, abbiamo 5 o 6 candidati al consiglio comunale. Ma la maggioranza dei palermitani non si è espressa in queste votazioni e questo è il sintomo di un problema, perché sono disillusi dalla politica. Non è stata una data felice per la democrazia a Palermo. Unendo le schede nulle e bianche siamo oltre il 7%. Abbiamo eletto un sindaco con una percentuale pari al 20% degli aventi diritto e questo non è un segnale positivo”. Così Ugo Forello, che era candidato del movimento 5stelle a sindaco di Palermo, commenta i risultati nella sede del suo comitato elettorale.

Il candidato grillino parla anche della legge elettorale e non usa giri di parole: “Siamo l’isola delle banane, solo da noi il 40 per cento più uno significa la  maggioranza assoluta, senza questa legge Orlando sarebbe al ballottaggio, questa è una delle leggi più assurde che si potessero approvare, perché rompe ancora di più il rapporto di fiducia tra politica e cittadini. È una legge elettorale che va assolutamente cambiata, mi sono posto il problema se fosse costituzionalmente legittima”.
“Il M5s ha preso tre volte di più rispetto al 2012, un risultato straordinario, io stesso ho avuto un numero di preferenze maggiore rispetto a tutti gli altri candidati pur non avendo fatto campagna elettorale per il consiglio comunale – parla analizzando il risultato del Movimento -. Se avessimo vinto questa battaglia sarebbe stato un miracolo popolare, abbiamo avuto la prova certa che il sindaco uscente si è riconfermato grazie ai voti delle liste di appartenenza. Gli apparentamenti, le larghe intese e l’effetto trascinamento voluto da Ferrandelli e Orlando per fermare il M5S ha avuto il suo effetto. In queste condizioni mi chiedo quale sarà la qualità del governo, ritengo non sarà particolarmente efficace con  provvedimenti coraggiosi di cui ha bisogno questa città”.

Forello fa poi un bilancio della campagna elettorale affrontata e del percorso fatto:  “È stata una campagna molto dura, sono stato oggetto di attacchi e anche questo ha avuto il suo peso – ha aggiunto -. Gli articoli di giornale, le inchieste, le attenzioni alla mia vita professionale e personale sono state maggiori rispetto a qualunque altro candidato, persino chi è stato sotto indagine
per reati molto pesanti. Ma noi siamo stati più forti della macchina del fango, abbiamo attraversato una tempesta. Grazie a questo risultato il movimento alle regionali  potrà contare su una base solida e unita che ha reso il nostro percorso fluido”.

“Abbiamo fatto una splendida campagna elettorale – ha sottolineato –  ma forse non abbiamo avuto il tempo di far capire ai
cittadini il nostro impegno per dare fiducia a un nuovo percorso”.

“Ho visto degli articoli di giornale che dicono che il sindaco di Palermo è il ‘papà di Palermo’. A parte il fatto che sarebbe giusto chiamarlo nonno, è stato considerato piuttosto un viceré e io, da palermitano, in questa rielezione vedo una sconfitta dei cittadini palermitani, perché vedo il germe che ha impedito alla cittadinanza di fare un salto di qualità, una sorta di delega in bianco, una concezione che più che da cittadini è da sudditi”.

“Speravo che  i tempi fossero maturi per rialzare la testa – ha aggiunto – invece questo quinto mandato del sindaco uscente,
il secondo consecutivo, vista la frastagliata maggioranza che avrà in consiglio, sarà probabilmente il preludio per i 5 anni più brutti. Abbiamo un uomo solo al comando, con un sistema verticistico che non farà aumentare l’attivismo e la crescita culturale dei cittadini che noi invece auspichiamo. A quanto pare – ha concluso Forello –  avrò l’onore di aprire questa consiliatura, saremo dentro il consiglio per aprire le stanze del potere, lo faremo per i palermitani”.