L’Aula del Senato ha osservato un  minuto di silenzio in memoria della strage di via D’Amelio nel giorno in cui ricorre il 25esimo anniversario.
Il presidente Grasso ha ricordato il “barbaro assassinio” del giudice Paolo Borsellino e gli uomini della scorta: Agostino  Catalano, Eddie Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e  Claudio Traina”. “Il nostro pensiero  – ha detto – e’ rivolto alle famiglie”. Al termine e’ seguito un lungo applauso dell’Assemblea e i senatori si sono alzati in piedi.

 

“Di Paolo Borsellino ricordo il sorriso. Solare, simpatico, sempre pronto a farti uno scherzo: quante risate ci ha fatto fare quando rubava le paperelle che Giovanni custodiva gelosamente sulla sua scrivania per chiedergli poi il riscatto”. E’ il ricordo che il presidente del Senato Pietro Grasso lascia sulla sua pagina Facebook in memoria dell’amico Paiolo Borsellino.
“Frammenti di vita, – aggiunge – che mostrano il volto umano e privato del simbolo che onoriamo in questo triste anniversario. Professionalmente aveva un eccezionale talento, una passione viscerale e una ineguagliabile capacità di superare fatica e delusioni. Sapeva sempre dare il giusto consiglio ai colleghi più giovani: me ne ha dati tanti, preziosissimi, quando iniziai a studiare le carte del maxiprocesso”.

 

“Il 19 luglio è un giorno che racchiude in sé dolore, emozione e pensieri, ricordi, bilanci e promesse che trovano spazio all’ombra dell’ulivo piantato nel luogo in cui un tremendo boato trascinò con sé la vita di Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina – aggiunge Grasso -. Il dolore e lo sconforto confondono e ridisegnano la
nozione che abbiamo del tempo: ecco come venticinque anni – o cinquantasette giorni – sembrano interminabili e, al tempo
stesso, volati via in un secondo. La quiete di una domenica qualunque d’estate si trasformò, in un istante, in una ferita che non potremo mai sanare. Non abbiamo dimenticato nulla di quella domenica palermitana, né della vita e dell’esempio degli uomini e delle donne vittime della furia omicida della mafia Borsellino ha saputo, con la fermezza e la dedizione di un uomo innamorato del suo Paese, dare a tutti noi una grande lezione di coerenza e di senso del dovere – sottolinea -. Il suo esempio è sopravvissuto all’esplosivo di Via D’Amelio, al tempo, alle calunnie, ai pezzi di verità mancanti: vive e si rafforza nei gesti di chi, ogni giorno, si impegna per la legalità e la giustizia; nella voce di quanti non rimangono più in silenzio; nel coraggio che serve per rifiutare compromessi e scorciatoie indebite; nella certezza che non cederemo mai fino a quando, e succederà, la mafia avrà una fine”.