All’insegna dell’ecumenicità, del dialogo e dell’accoglienza. Così si potrebbe sintetizzare il messaggio di auguri di Pasqua dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice

“Un caro affettuoso saluto a voi tutti – scrive- . Il vescovo come successore degli apostoli è chiamato ad annunziare la resurrezione di Gesù. Cristo Gesù che si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce ed è stato deposto nel sepolcro, Dio lo ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua proclami che è il Signore. Il Crocifisso deposto nel sepolcro ha vinto la morte. È risorto. Secondo il libro degli Atti, Pietro nella casa di Cornelio ‘prese la parola e disse: ‘In verità, io riconosco che Dio non ha preferenze di persona, ma gli è accetto colui che lo teme e osserva la giustizia, di qualunque nazione egli sia’ (At 10,34). Per Pietro ciò che è avvenuto a Pasqua è per tutti gli uomini e non c’è nessuno che sia escluso da questo dono, da questa grazia, da questa salvezza; nessuno è escluso dal timore e dalla gioia grande, dall’estasi del sepolcro vuoto; nessuno è escluso dall’incontro col Signore risorto, purché tema Dio e faccia la giustizia”.

“….In questo si spegne ogni preoccupazione sulla presenza della Chiesa nel mondo – continua -, sul come essere presenti da cristiani tra gli uomini. Ogni preoccupazione viene superata, non ha senso, dal momento che è così limpida, sicura, serena, pacifica la certezza degli apostoli, ricevuta dal contatto col Signore risorto, che egli è il Signore di tutti. E allora perché preoccuparsi? Ogni volta che noi incominciamo a dubitare delle vie del Verbo di Dio sulla terra, del cammino della parola del Signore tra gli uomini, dei passi dei suoi evangelisti, del cammino della sua Chiesa, ogni volta che noi incominciamo a dubitare di questo, ciò accade perché non siamo ancorati a questa serena certezza: egli, il Crocifisso, quello posto tra i morti, lui, il Risorto, è già, indipendentemente da ogni nostra azione e da ogni nostro intervento, il Signore di tutti. Agisce già, con assoluta onnipotenza, all’interno dall’azione e dello sviluppo di tutte le vicende degli uomini e di ogni cuore, di ogni creatura che viene in questa terra. E’ il Signore – prosegue l’arcivescovo -. Egli feconda di vita e di liberazione, di luce e di pace. Egli è Misericordia che vince il peccato, amore che vince l’odio, risurrezione che vince la morte. Tutti possono attingere alla Pasqua di Cristo. Gesù Cristo è il Signore di tutti. Il sepolcro vuoto è l’evento che feconda di vita, di luce e di liberazione tutto l’universo e la storia degli uomini. Affido il mio augurio di buona pasqua alla voce poetica e alle parole vive di David M. Turoldo:

‘Ama/ saluta la gente /dona/perdona/ama ancora e saluta.
Ama/Dai la mano/aiuta/comprendi/dimentica /e ricorda/solo il bene.
E del bene degli altri/godi e fai godere.
Godi del nulla che hai/del poco che basta/giorno dopo giorno:
e pure quel poco/– se necessario/ – dividi.
E vai, vai leggero/dietro il vento/e il sole/e canta.
vai di paese in paese/e saluta tutti/il nero, l’olivastro/e perfino il bianco.
Canta il sogno/del mondo/che tutti i paesi/si contendano/
di averti generato (David Maria Turoldo, “Canta il sogno del mondo'”