Francesco Cascio non è responsabile della corruzione che gli è stata contestata dalla Procura e per la quale era stato condannato a due anni e otto mesi in primo grado decadendo dalla carica di deputato regionale. La prima sezione della corte d’appello di Palermo lo ha assolto ribaltando la sentenza di primo grado.

Tecnicamente la corte ha dichiarato prescritte la primae accusa perchè la delibera contestata risale al 2001. Secondo l’ipotesi accusatoria nella qualità di assessore regionale Cascio avrebbe concesso un finanziamento alla Ecotecna a valere sui fondi comunitari per la realizzazione di un resort. In cambio avrebbe ricevuto “lavori” e “servizi” per la costruzione di una villetta a Collesano, nei pressi dello stesso resort.

Ma l’accusa più consistente riguardava una circolare del 2005 con la quale veniva estesa la possibilità di utilizzo dei fondi anche i per i “lavori in economia”. Per questa seconda accusa la corte d’appello lo ha, invece, assolto.

Resta in piedi, invece, l’accusa nei confronti di due co-imputati che hanno scelto il rito ordinario: Agostino Porretto e Aldo Greco ex dirigenti generali del dipartimento regionale al turismo.

Durante il processo uno degli accusatori di Cascio, Giuseppe Lapis, ha modificato le sue dichiarazioni sostenendo: “Non ho mai chiesto a Cascio di fare cose illecite. Di quella circolare non ho beneficiato solo io”.

Dopo il deposito delle motivazioni della sentenza Cascio valuterà un ricorso in Cassazione per cancellare anche la prescrizione allo scopo di ottenere una assoluzione piena.

“Adesso leggeremo le motivazioni della sentenza e poi ricorreremo in Cassazione perche’ vogliamo che l’ex deputato possa essere assolto nel merito anche per il capo d’accusa relativo al 2001” hanno c ommentato gli avvocati Nino Caleca, Roberto Mangano ed Enrico Sanseverino che hanno difeso l’ex deputato regionale siciliano.