Una vita trascorsa a nascondersi, ad apparire quello che in realtà non era. Valérie Andrea Contu, nata all’anagrafe Pietro, nella provincia di Nuoro, aveva persino contratto matrimonio con una donna, nella speranza di condurre un’esistenza normale.

Sino a quando Pietro, aveva dovuto rendersi conto, che quella non era vita, e che doveva adeguare il suo corpo alla propria identità di genere, ovvero quella femminile.

Per questo, nel gennaio 2015, Valérie Andrea che oggi ha 48 anni, si era fatta operare alla Chirurgia plastica del Policlinico di Palermo per il cambio di sesso, operazione pagata dal servizio sanitario nazionale. Sin da subito però, si erano verificati dei problemi. In poche parole, l’intervento non sarebbe stato eseguito correttamente.

“Quello che ho tra le gambe – aveva detto al Giornale di Sicilia – non è una vagina, né esteticamente, né sul piano funzionale”.
L’Asp di Nuoro ha riconosciuto aadesso a Valérie Andrea una invalidità del 67%, riconoscendo quindi i danni subiti a seguito dell’intervento.

La Procura ha aperto un’inchiesta, al momento a carico d’ignoti, per lesioni colpose gravi.

La donna aveva ancora spiegato al Giornale di Sicilia: “Sono costretta a portare costantemente un tutore, per evitare che la vagina si richiuda, e questo mi provoca frequentemente delle infezioni”. Tuttavia ,i problemi non sarebbero solo strettamente fisici ma anche psicologici: “Sono una donna a tutti gli effetti – aveva ancora dichiarato –ma, nonostante l’intervento, continuo ad urinare in piedi come un uomo e non posso avere rapporti sessuali”.

I medici dell’Asp di Nuoro, dopo diversi accertamenti, hanno ora stabilito che la donna soffrirebbe di disturbi psicologici e di problemi fisici derivati proprio dall’intervento col quale ha cambiato sesso. Per questo avrà diritto ad un assegno mensile e, anche sul lavoro – Contu è una guardia forestale – bisognerà darle mansioni compatibili con la sua invalidità.

Valérie Andra aveva scelto di farsi operare al Policlinico di Palermo per abbreviare il tempo che la separava dal tanto agognato cambio di sesso e perché nella struttura non c’era una lunga lista di attesa, a differenza di altri ospedali.
Il risultato dell’operazione però, sarebbe stato di gran lunga diverso da quello sperato.

Adesso la Procura ha nominato un consulente affinché verifichi se la tesi della donna sia veritiera, se possano dunque essere attribuite delle responsabilità ai medici che l’hanno operata. La relazione è già stata depositata, adesso spetterà al pm decidere quali azioni intraprendere.