“In questa regione c’è una lunga scia di sangue che riguarda i dirigenti delle Camere del Lavoro, ma anche Portella della Ginestra, di cui oggi piangiamo la scomparsa di uno degli ultimi superstiti, e le tante mobilitazioni successive. Ricordare non significa solo avere senso della propria storia ma anche capire che questi fenomeni non si estinguono per sempre”.

Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo al Giardino della memoria di Ciaculli per le celebrazioni in ricordo del sindacalista Accursio Miraglia, ucciso a Sciacca il 4 gennaio del 1947.

“Oggi la mafia è cambiata – ha aggiunto – ma le sue logiche di controllo del territorio presentano dei filoni di continuità rispetto al passato: le mafie sono tornate a essere presenti nel lavoro agricolo con il caporalato, e nello sfruttamento delle persone con la tratta delle donne per la prostituzione, le scoperte di infiltrazioni al Nord Italia hanno poi dimostrato che nessuno può ritenersi esente dal prendere iniziative contro le attività illegali. La memoria ci aiuta dunque ad avere strumenti per le battaglie di oggi e molto c’è ancora da fare”.

Nel Giardino della memoria di Ciaculli, è stata anche affissa una targa alla presenza dei figli di Miraglia, Maria Rosa e
Nico. Tra i presenti, il presidente nazionale dell’Unci Alessandro Galimberti e il vice Leone Zingales, il presidente
dell’Anm della sezione di Palermo Giovanna Nozzetti, il segretario regionale dell’Assostampa siciliana, Alberto Cicero,
i rappresentanti sindacali regionali e provinciali di Cgil, Cisl e Uil, il provveditore dell’amministrazione penitenziaria
Gianfranco De Gesu e l’assessore comunale Gaspare Nicotri.

“Oggi la mafia si è evoluta, dal mondo agrario è passata a occuparsi di traffici illeciti di armi, droga fino a infiltrarsi nella finanza internazionale: sembra più distante, ma è sempre un pericolo incombente, per questo va combattuta a partire dai più giovani e dalle scuole, altrimenti ci limitiamo a ricordare soltanto il coraggio di tanti uomini che hanno perso la vita per contrastarla”.

Lo ha detto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, intervenendo al Giardino della memoria di Ciaculli.
“Far crescere un albero per ogni vittima della mafia significa far crescere la cultura della legalità – ha aggiunto Barbagallo – ma perché questa non resti soltanto un ricordo ma sia anche un impegno propositivo per le nuove generazioni occorre ripartire dalle scuole, anche rispetto al bullismo. Lì si annidano l’illegalità diffusa e i comportamenti violenti e per questo va contrastato”.

Ci stiamo battendo per la stesura del contratto della scuola, non si può vanificare l’impegno, ma bisogna rispettare l’accordo raggiunto il 30 novembre scorso sul rinnovo dei contratti” ha continuato Barbagallo che ha aggiunto: “Si sta lavorando per la stesura dei contratti proprio in questi giorni, abbiamo già siglato quello degli statali – ha proseguito Barbagallo – ora tocca a scuola, sanità, enti locali, poi vedremo di fare finalmente giustizia, dopo più di 8 anni, per il contratto dei pubblici dipendenti, era vergognoso non averlo ancora realizzato. Gli impegni erano stati presi con il governo in carica e il governo deve vigilare che quanto concordato allora non venga stravolto, bisogna mettere in sicurezza anche i tanti precari da assumere”.