Carlo Gregoli, l’uomo che è stato trovato impiccato nella sua cella al carcere Pagliarelli, era indagato per il duplice omicidio di via Falsomiele, nel quartiere Villagrazia di Palermo. Un delitto misterioso, avvenuto lo scorso 3 marzo, di cui ancora oggi non è chiaro il movente e del quale è accusata anche la moglie di Gregoli, Adele Velardo, 46 anni.

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Gregoli, infatti, prima di essere indagato per l’assassinio di Vincenzo Bontà, 45 anni e Giuseppe Vela, di 53 anni, era quello che gli investigatori definiscono un “insospettabile”. Era un comune geometra, dipendente del del Comune di Palermo, ai servizi cimiteriali, mentre la moglie è casalinga.

Nel corso delle indagini, infatti, è emerso che Gregoli e la Velardo erano entrambi tiratori esperti con una passione per le armi. Possedevano, con regolare permesso, due pistole calibro 9.

Entrambi furono fermati la notte dopo l’omicidio al termine di un lunghissimo interrogatorio ma non hanno mai ammesso nulla.

Subito dopo il ritrovamento dei cadaveri di Bontà e Vela si era pensato che si potesse trattare di omicidi di mafia. Bontà, infatti, era figlio di un capomafia e genero dello storico boss Giovanni Bontate.

Successivamente però gli investigatori hanno seguito la pista di una lite, finita nel sangue, legata a problemi di vicinato, nello specifico a causa di un muro divisorio.

A portare la polizia alla coppia di insospettabili sono state le immagini di una telecamera piazzata nella zona del delitto e le rivelazioni di un testimone oculare. Un ignaro passante che ha prima udito le esplosioni, poi dallo specchietto retrovisore dell’auto su cui viaggiava ha assistito alla fase finale del delitto: quella in cui Gregoli avrebbe sparato alla nuca a Bontà, già ferito e inerme a terra.

Il 21 aprile scorso c’è stata l’ultima svolta nelle indagini: il Dna trovato sui bossoli esplosi per uccidere Bontà e Vela era quello di Carlo Gregoli stato trovato, dunque, confermano la tesi degli investigatori, anche se resta poco chiaro il movente di un delitto efferato commesso in pieno giorno in strada. Dalle indagini infatti non è emerso con chiarezza cosa abbia spinto i due coniugi – c’è il sospetto che anche la donna abbia sparato – ad assassinare le vittime.

 

 

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